Secondo album per la formazione di Leicester
Temple of Lies, dove tra l’altro rielaborano alcuni pezzi dal debutto “Monumental” (2013).
Gli inglesi si posizionano ai confini tra stoner e metal, grazie ad un sound potente e ruvido che ricorda un mix tra Monster Magnet, primi COC, Red Fang, con un tocco di modernità heavy. Cadenze muscolari da torcicollo (“
Bats”), citazioni della scuola americana alla Down (“
Crystal”; “
MoM”), botte muscolari ed energiche (“
Fire in the hole”; “
888”), rock torbido ed insinuante (“
Pure alcohol”) ed anche stoner duro da sudisti (“
Pigbitch”). Ritmiche quadrate, chitarre roventi ed una voce bellicosa, questi gli elementi basilari che formano la musica di questa band.
Niente di nuovo, dunque, ma perlomeno c’è lo sforzo di cercare una certa varietà di schemi, anche se il lavoro non si discosta di molto da una media sufficienza.
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