Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:37 min.
Etichetta:Red Sound Records

Tracklist

  1. NOIL
  2. THIN
  3. OCTOBER PALE
  4. REED
  5. BABY BLUE HONEY
  6. STAC
  7. LAMPS LIKE AN AFRICAN SUN

Line up

  • Daniele Polverini: guitars, loop, synth, effects
  • Nicolò Belfiore: keyboards, synth, piano
  • Thomas Testa: drums, percussions
  • Lorenzo Giampieri: bass, effects

Voto medio utenti

Oniriche visioni contemplative, raffiche di misurata sperimentazione e spifferi di hard-rock “desertico”, il tutto avvolto da soffici guanciali psichedelici, sono queste le suggestioni che caratterizzano l’ascolto di “Morning glory”, l’irrequieta proposta discografica degli Atom Made Earth, un valoroso quartetto marchigiano che nel groviglio d’ispirazioni che lo alimentano (Pink Floyd, King Crimson, Mogwai, Tame Impala, Explosions In The Sky, Queens Of The Stone Age, Dead Meadow, …) riesce a inserire pure adeguate dosi di creatività e di personalità propria, esplicitando le sue notevoli possibilità artistiche attraverso un percorso sonoro dai contorni fascinosamente frastagliati, dove contaminazione e passionalità s’intersecano in maniera flessuosa e assai intrigante.
La scelta di estromettere la voce dai propri mezzi comunicativi non intacca (e ve lo dice uno che tendenzialmente non la escluderebbe mai del tutto dai tracciati interpretativi di un gruppo musicale …) l’incisività espressiva di una band capace di felici intuizioni compositive, contraddistinte da rigogliose sfaccettature eppure costantemente equilibrate, a costituire un amalgama di sapori cangianti e profumi inebrianti, di grande efficacia emotiva.
Dopo la nenia inquietante dell’introNoil”, tocca alle spire cupe e ipnotiche di “Thin” avvolgere l’astante e catturarne irrimediabilmente l’attenzione, conquistata anche dalla successiva “October pale”, gravida di una radiosa atmosfera sospesa tra sogno e malinconia.
Reed” esplora con un certo gusto territori d’estrazione tipicamente space-prog, ma sono “Baby blue honey”, con i suoi sussurri soul n’ blues, e “staC”, immersa tra pulsazioni cosmiche e spirali d’estrazione Floyd-iana, a offrire all’ascoltatore altre importanti scosse sensoriali, soprattutto se il soggetto in questione appartiene a quella nobile categoria di rockofili che non si limitano ad audizioni frettolose e superficiali.
L’outroLamps lke an african sun” pone lo spettrale e “rumoroso” sigillo a un disco molto godibile che merita di essere esplorato senza fretta.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.