Buona prova per i romani
Heretic's Dream, che si confermano band da tenere d'occhio e da seguire: sanno scrivere, sanno suonare, sanno evolversi e hanno ormai l'esperienza adatta per fare il definitivo salto di qualità.
Certo, fin da questo episodio il voto avrebbe potuto essere più alto, ma effettivamente in mezzo a diverse luci fa capolino anche qualche ombra, che non mi consente di lasciarmi andare a numeri distanti dalla (pur piena) sufficienza.
Il tratto distintivo del gruppo è senza ombra di dubbio la particolarissima voce di
Francesca Di Ventura, eterea e ruffiana, che come avvenuto per diverse altre band, permette immediatamente all'ascoltatore di fare una scelta: o la si ama o la si odia. Io rimango, come probabilmente è corretto fare in quanto recensore, assolutamente neutro, limitandomi a constatare che, a volte, ci sarebbe bisogno di un po' meno delicatezza e più spinta vocale per accompagnare i momenti più aggressivi. Comunque, rispetto estremo per la strada intrapresa, perchè la voce è sempre precisa, chiaramente esperta ed è evidente che si tratti di una scelta precisa a livello stilistico, non lasciata al caso.
Il songwriting è fin troppo vario, non consentendo probabilmente all'ascoltatore di mettere sufficientemente a fuoco la proposta musicale della band, che resta un po' sospesa e ancora troppo carica di influenze esterne per potervi riconoscere quel marchio di fabbrica fondamentale per poter emergere. Peccato perchè a livello strumentale ci sono tutte ma proprio tutte le capacità per trovare la quadratura del cerchio che ancora manca. In particolare, la cosa davvero apprezzabile è che tutti si mettono al servizio dei brani senza mai eccedere in inutili virtuosismi: caratteristica rara e preziosa per una band prog.
Roma si conferma ancora una volta Capitale anche in ambito progressive. Bene così, ma si può crescere ancora parecchio.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?