Copertina 6

Info

Anno di uscita:2016
Durata:40 min.
Etichetta:Sliptrick Records
Distribuzione:Rock 'n' Growl

Tracklist

  1. FACE THE AGONY
  2. PILGRIM
  3. MASTER YOUR DEMONS
  4. SOUL DRIVEN
  5. HIDE YOURSELF
  6. MOMENTUM
  7. SECRET PLACE
  8. WALK ALONE
  9. GOLDEN CAGE
  10. A NEW SEASON

Line up

  • Francesca Di Ventura: lead vocals
  • Andrej Surace: guitars
  • Alex Alberti: keyboards
  • Alfonso Mocerino: drums
  • Emiliano Baccini: bass

Voto medio utenti

Buona prova per i romani Heretic's Dream, che si confermano band da tenere d'occhio e da seguire: sanno scrivere, sanno suonare, sanno evolversi e hanno ormai l'esperienza adatta per fare il definitivo salto di qualità.

Certo, fin da questo episodio il voto avrebbe potuto essere più alto, ma effettivamente in mezzo a diverse luci fa capolino anche qualche ombra, che non mi consente di lasciarmi andare a numeri distanti dalla (pur piena) sufficienza.

Il tratto distintivo del gruppo è senza ombra di dubbio la particolarissima voce di Francesca Di Ventura, eterea e ruffiana, che come avvenuto per diverse altre band, permette immediatamente all'ascoltatore di fare una scelta: o la si ama o la si odia. Io rimango, come probabilmente è corretto fare in quanto recensore, assolutamente neutro, limitandomi a constatare che, a volte, ci sarebbe bisogno di un po' meno delicatezza e più spinta vocale per accompagnare i momenti più aggressivi. Comunque, rispetto estremo per la strada intrapresa, perchè la voce è sempre precisa, chiaramente esperta ed è evidente che si tratti di una scelta precisa a livello stilistico, non lasciata al caso.

Il songwriting è fin troppo vario, non consentendo probabilmente all'ascoltatore di mettere sufficientemente a fuoco la proposta musicale della band, che resta un po' sospesa e ancora troppo carica di influenze esterne per potervi riconoscere quel marchio di fabbrica fondamentale per poter emergere. Peccato perchè a livello strumentale ci sono tutte ma proprio tutte le capacità per trovare la quadratura del cerchio che ancora manca. In particolare, la cosa davvero apprezzabile è che tutti si mettono al servizio dei brani senza mai eccedere in inutili virtuosismi: caratteristica rara e preziosa per una band prog.

Roma si conferma ancora una volta Capitale anche in ambito progressive. Bene così, ma si può crescere ancora parecchio.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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