L'esordio per i giovani campani
Masking the Hate è un EP di cinque brani per circa venti minuti di una musica piuttosto particolare:
"On Stranger Tides" è, infatti, un dischetto che parte da una base che possiamo definire celtic metal per andare ad abbracciare territori diversi, territori che spaziano dal metal classico, a certi accenni, vaghi, al black di matrice sinfonica, fino a lambire l'epic dei primi anni '80 il tutto all'insegna di una spiccata cura per la melodia che resta, a mio modo di vedere, l'anima portante di tutto il lavoro.
Ascoltando i pezzi, e le loro inflessioni medievaleggianti, mi sono spesso venuti in mente i Crown of Autumn riproposti in una chiave decisamente meno estrema e votata, al contrario, alla creazione dell'atmosfera piuttosto che a dipingere campi di battaglia in cui gli eroi lottano fieri e coraggiosi.
I
Masking the Hate hanno buone capacità, sia in fase di songwriting che di esecuzione, ma peccano, forse, in quanto alla scelta della direzione da dare alla loro musica perchè, a volte, ho avuto l'impressione che i Nostri volessero mettere troppa carne al fuoco quando, piuttosto, sarebbe stato meglio concentrarsi sulle idee, ottime, che emergono dalla note dei brani senza volerle rendere troppo arzigogolate.
Al di là di questo difetto, comunque trascurabile, credo che il gruppo abbia tutte le caratteristiche per potersi imporre a livelli più alti.
Epici ed eleganti, gli attendo ad una prova di più lunga durata.
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