Mikko Joensuu ha prodotto se stesso a partire da tutti...
(attraverso un'attitudine autoriale, scarsa originalità e un canzonare da vigilia)
In Amen-I la lentezza delle persone più animate, e più soavi, è cantata con disinvoltura, rasentando, spesso, "la maniera".
Mikko strizza melassa dai gonnelloni di Candice Night e rende il Cohen espansivo una sua proprietà etica (meno poetica).
Una donna, dimorata negli odori della foresta profonda, vestita di ammirazione per Grignani, rotea su giostrine appese e si addormenta al freddo di "I'd Give You All".
Le vie che mancano si srotolano andando.
Le osmosi emotive sono portanti ma il Joensuu impasta i suoni con troppa saliva. Invece, la pregnosità, che qui non è sinonimo di pesantezza o di stucchevolezza, sostanzia, aldilà di patine e sfocature nostalgiche, un
optimun in
Thief And A Liar [ "Songs from a Ocean Floor"
(02 Sometimes You Have To Go Far) - "Into the Wild"]
// c'è da 'risentirsi' su alcuni aspetti di intenzionalità vocale //
Fossi il suo 'manager', lavorerei, per rendere indistinguibile il luogo dalla postura ---> Inciderei sul suo talento addomesticatorio (forte nel risolvere le forme di contatto tra il tronco e l'orso ivi disteso - Mikka è bravo nell'interazione, nella sutura di quelle forme. Nel prescindere dalla bestia o dall'anima del albero secolare - ) Io, non sono il suo manager.
Fossi il suo produttore, invece, rivedrei globalmente alcuni arrangiamenti. Magari un tot più che alcuni.
Sebbene la strada e la copertina siano opposte a quella "degli" Yorke e "dei" Reed
le parti editate di cori e coretti dovrebbero essere riviste a partire dalla filosofia dei suddetti.
E urge un apprendistato specifico con menestrelli di oggi.
Da 'Valley Of Gold' la spinta per eccellere.
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