Che un bel tuffo nella scena melodic black metal svedese degli anni '90 me lo avrebbe fatto fare un gruppo cileno, non lo avrei mai pensato.
Sta di fatto che
"Unfading Incorporeal Vacuum", esordio di lunga durata per i
Sol Sistere, quartetto di Santiago, riprende la musica e le atmosfere di gruppi come Vinterland e Dawn, le condensa nelle più moderne visioni di Woodensthrone e Altars of Plague, e ci offre un suono attento alla melodia, spesso triste e malinconica, ma non per questo poco violento e, a tratti, devastante.
I
Sol Sistere sono bravi a cesellare ottimi riff ed intrecci di chitarra sui quali tutti i brani del disco si muovono veloci ed epici, mettendo dinanzi ai nostri occhi (orecchie) ampi panorami fatti di inverno e neve.
Il gruppo è molto "ligio" ai canoni del genere e quindi non si avventura in terreni inesplorati preferendo, a mio modo di vedere giustamente, concentrarsi sullo scrivere musica di buona qualità piuttosto che sul cercare di essere personale ad ogni costo rinunciando, pericolo sempre in agguato, ad essere realmente interessante.
"Unfading Incorporeal Vacuum", al netto della sua scarsa personalità, ha, al contempo, la capacità di stendere una patina di epica malinconia sull'ascoltatore e, di conseguenza, non è di certo un disco allegro o, lo dico per i puristi, un disco di "vero" black metal, qualunque cosa questa ultima definizione voglia o possa significare: quello che è certo, invece, è che abbiamo tra le mani un album prodotto molto bene, dal suono cristallino e dalle atmosfere autunnali, che è ben in grado di riportaci ad una scena musicale che tanto ha dato al metal estremo e che, ancora oggi, risulta essere attuale e pregevole.
Certamente non imprescindibili, ma un buon modo per essere nostalgici.
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