Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2015
Durata:55 min.
Etichetta:Altare Productions

Tracklist

  1. AUF TOTENRITT DURCH INNERNäCHTE
  2. (I)
  3. WIR LEICHENVöGEL
  4. (II)
  5. GESTALTENWANDLER
  6. (III)
  7. SYMBOLISMUS
  8. (IV)
  9. NAUTHIZ NOTFEUER
  10. WO DER NACHTHIMMEL SICH AUFSPREIZT

Line up

Non disponibile

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Basta il cristallino riff portante dell'opener "Auf Totenritt durch Innernächte" per rendersi conto che il debut album degli austriaci Nahtrunar è un disco speciale.

Epico, gelido e sottilmente melodico, come tutto il resto del lavoro.

"Symbolismus", affascinante concept che descrive un viaggio nella Rauhnächte (termine che indica le notti tra un vecchio anno ed uno nuovo), è uno dei migliori dischi di black metal "tradizionale" che mi sia capitato di ascoltare ultimamente grazie ad una ispiratissima mano in fase di songwriting che si esprime in brani struggenti, violenti, nichilisti ma con un tocco armonico, esaltato dai frequenti arpeggi acustici posti tra un brano e l'altro, ma anche inseriti nella loro trama, e dall'uso del violino, un tocco, dunque, che lo rende affascinante per quel suo essere sferzante come il vento gelido e accogliente come una foresta ammantata di neve.
I Nahtrunar, dei quali a parte la provenienza non ci è dato di sapere null'altro, confezionano dieci brani che sarebbero potuti uscire con la così detta second wave of black metal, e dipingono, grazie a melodie sublimi, scenari immensi, perchè privi di orizzonti, davanti ai nostri occhi, offrendoci, quindi, quel tocco poetico che, a mio avviso, ha sempre caratterizzato il black metal suonato con passione ed influenzato dalla natura (dalla notte nel nostro caso) che ci circonda e che troppo spesso tendiamo a non considerare dandola quasi per scontata.
Il gruppo austriaco fa propri gli insegnamenti dei maestri del genere, in fase di riffing si possono cogliere, ad esempio, riferimenti ai Taake più epici, le strutture e le scale armoniche devono molto ai maestri Dissection, e sa convogliarli in un suono personale e mitteleuropeo che si esalta tra momenti di caos incontrollato e squarci evocativi di pregevolissima fattura nei quali il concetto stesso di canzone viene sublimato a livelli altissimi in quanto ad intensità.
Certamente "Symbolismus", cosa che mi capita sempre più spesso di scrivere, non inventa nulla, ma le emozioni che possono regalare pezzi come la maestosa titletrack o la battagliera "Wir Leichenvögel", con il suo finale da brividi, sono merce sempre più rara e, di conseguenza, sempre più preziosa.
Merce, per tanto, da conservare gelosamente.
Album bellissimo.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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