Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2016
Durata:54 min.
Etichetta:MDD Records

Tracklist

  1. DREAMING IN MONOCHROME
  2. GHOSTS
  3. ABYSSAL FALL
  4. MONOLOGUE
  5. DREAMING IN MONOCHROME

Line up

  • Tobias Christ: bass
  • Martin Mueller: guitars
  • Stephan Nowotny: vocals
  • Gerry Mayerhofer: drums
  • Jörg Rupp: guitars, vocals
  • Andrea Orendi: keyboards

Voto medio utenti

Confermando la loro scarsa prolificità, i tedeschi Dementia rilasciano il nuovo album a ben cinque anni di distanza dal precedente Beyond the Pale, raggiungendo, tra l'altro, solo la loro quinta uscita in vent'anni di carriera... insomma di tempo per registrare i propri lavori il gruppo se ne prende davvero tanto, ma fortunatamente la qualità continua a restare elevata, sebbene i nostri cari crucchi rimarranno, molto probabilmente, sempre legati all'underground al quale, in ogni caso, credo siano fieri di appartenere.
"Dreaming in Monochrome", questo il titolo della nuova release, è il classico album che ogni amante del prog/death metal non dovrebbe lasciarsi sfuggire: canzoni intricate, lunghe (lunghissime), ma fresche, capacità di arrangiamenti nettamente sopra la media, atmosfere in costante metamorfosi, tecnica di tutto rispetto sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano un album che potrebbe essere il perfetto punto di incontro tra Opeth, Dream Theater, Rush ed Edge of Sanity e che non ci si stanca mai di ascoltare anche solo per poterne cogliere, ogni volta, quel particolare sfuggito la volta precedente.
Ho la sensazione che questa volta i Dementia abbiano spinto molto sul lato progressive delle loro musica, preferendo giocare sugli intrecci tra gli strumenti piuttosto che con l'irruenza degli stessi, ma sono comunque stati capaci di scrivere un disco che resta, in ogni caso, un disco death capace, dunque, anche di pestare duro.
"Dreaming in Monochrome", visto il genere di nicchia al quale appartiene, avrà bisogno di tempo per essere assimilato per bene, ma l'ascolto attento che esso merita ce ne farà scoprire le melodie, le fughe prog, i delicati arpeggi, il sentore anni '70, la brutalità delle vocals distorte (sia growl che scream) o la delicatezza di quelle "pulite" e tutti quei dettagli ai quali facevo riferimento poc'anzi e che costituiscono la marcia in più di un lavoro assolutamente non standard, ma ricercato e di classe che, lo spero, molti di voi sapranno apprezzare per quello che è: musica di grande qualità.
Scusate se è poco.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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