Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:64 min.
Etichetta:Rockbastards Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. AIN'T EASY BEING COOL
  2. INSIDE MY HEAD
  3. EVERYBODY FOR THEMSELVES
  4. PEACE OF MIND
  5. CALL ME THE VICTIM
  6. EFF THAT
  7. BABY I JUST MIGHT
  8. I DON'T MIND
  9. JACK & NO SPARE
  10. KICKIN' THE CAN
  11. DIRTY POOL PLAYER
  12. THE EASY WAY
  13. NO CONTROL
  14. WOMAN

Line up

  • Erling Daell: vocals
  • Mauro Magellan: drums
  • Rick Richards: guitars
  • Keith Christopher: bass

Voto medio utenti

Come tutti quelli che hanno trascorso ore liete con la musica dei Georgia Satellites, veterani dell’hard n’ southern n’ blues n’ roll, non posso che accogliere con simpatia e istintiva benevolenza i The Bullhounds, una sorta di “nuova incarnazione” di quella band, coagulatasi attorno alla figura carismatica di Rick Richards, ormai non più costretto a condividere la leadership con Dan Baird, storico vocalist (e chitarrista) dei Satelliti americani, impegnato in una proficua carriera solista.
To rock & to serve”, il secondo album (dopo che il primo “Protector” è sorprendentemente arrivato al quarto posto delle classifiche … danesi!) dei nostri è alla prova dei fatti esattamente ciò che ci si aspetta da lui … un viscerale e coinvolgente concentrato di roots-rock yankee, abilmente interpretato dalla voce scabra e vissuta di Erling Daell (con un pizzico dei “mostri sacri” Iggy Pop e Lou Reed nell’impasto timbrico), mentre il resto del gruppo macina riff e picchia su corde e tamburi senza preoccuparsi minimamente di questioni “futili” come originalità e innovazione.
Forse non raggiungeranno il successo di “Keep your hands to yourself”, ma una cosa è certa … se vi piacciono le cose “semplici”, con questi “ragazzacci” del sud non rischierete di annoiarvi, e vedrete ineluttabilmente il vostro “piedino” partire in un sincopato e inconsapevole movimento, investiti al tempo stesso da un improvviso e imperioso fiotto di buonumore, segnali inequivocabili dell’efficacia transepocale di un suono davvero immarcescibile.
"Everybody for themselves”, "Jack & no spare”, ”Kickin' the can”, “Dirty pool player” e "Woman“ sono solo alcuni esempi di puro diletto rock n’ rollistico all’interno di un programma capace di soddisfare, con “Ain't easy being cool”, "Peace of mind” (una specie d’incrocio tra Dire Straits e Tito & Tarantula) e le best in classI don't mind” e “The easy way”, anche gli estimatori delle atmosfere più malinconiche e fumose.
Insomma, ascoltare “To rock & to serve” equivale a respirare a pieni polmoni l’aria fresca della genuinità e della schiettezza, e in un’epoca in cui l’approccio a certe sonorità avviene spesso portandosi dietro una bella dose di manierismo, lasciatemi dire che si tratta davvero di una bella sensazione.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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