A inizio carriera gli
Assassin erano partiti subito a spron battuto, tanto nel grezzo e primordiale (avete presente i Sodom di "In the Name of Evil"?) esordio "The Upcoming Terror" (1986) quanto nel maggiormente evoluto e ricercato "Interstellar Experience" (1988), dove avevano gettato più di un'occhiata al Thrash statunitense, direi in direzione degli Anthrax.
Dopo un lungo periodo di inattività sono tornati in azione agli albori del "nuovo secolo", e nel 2005 hanno realizzato il loro terzo lavoro, un mezzo passo falso come si è poi rivelato "The Club" e quindi dando alle stampe nel 2011 il più che dignitoso "Breaking the Silence". Un silenzio che poi si è ripresentato per altri cinque anni, sino a oggi, quando gli
Assassin si ripresentano con il nuovissimo "
Combat Cathedral", spezzandolo a forza di mazzate Thrash, tra i riff e le sciabolate assassine di
Jürgen Scholz e
Michael Hoffmann e il pulsare della sezione ritmica formata dal bassista
Joachim Kremer e dal tellurico drummer
Björn Sondermann.
Tutto sommato non una grande novità… questa arriva invece dal comparto vocale: se finora uno dei punti fermi del gruppo era sempre stato Robert Gonnella, nel 2014 il cantante tedesco ha lasciato (dando vita ai Raging Rob) al solo
Jürgen Scholz il compito di rappresentare la line-up originale degli
Assassin.
Se per il suo predecessore dei possibili termini di confronto potevano essere Paul Baloff (Exodus) o John Connelly (dei Nuclear Assault), già a partire dall''opener "Back from the Dead", ma anche passando per "Whoremonger”" o "Ambush" si può pensare di collocare la prova di
Ingo Bajonczak tra Sy Keeler degli Onslaught, Chuck Billy dei Testament e Schmier (Destruction).
Tutto questo fa di "
Combat Cathedral" un album fortemente ancorato agli stilemi del Thrash Metal più serrato e arrabbiato, un mood ben rappresentato dall'artwork (mi ha fatto ripensare a quello di "Carnival Diablos" degli Annihilator) realizzato da
Marcelo Vasco, artista brasiliano che già ha collaborato con gruppi come Slayer, Soulfly, Hatebreed, Machine Head. Anche da questi aspetti si evince la volontà di fare le cose per bene ma anche quella di dare una scossa al proprio status, al pari della scelta del produttore, optando per il chitarrista dei Caliban,
Marc Görtz, registrando il tutto ai Nemesis Studios di Essen.
E i risultati si vedono... e si sentono!
I was born to
reviewHear me while I
write... none shall hear a lie
Report and
interview are taken by the will
By divine right hail and
write
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?