Questo secondo disco dei
First Signal è riuscito a sorprendermi.
E non è “tanto” facile, tenendo conto che (oltre ad essere un fedele e ormai un po’
pedante militante del genere già da qualche
annetto …) avevo ben chiare in mente le enormi capacità espressive di
Harry Hess (Harem Scarem,
ça va sans dire …), l’abilità e la competenza specifica di
Daniel Flores (Find Me, The Murder Of My Sweet, …) e che non avevo di certo dimenticato il notevole livello di soddisfazione procuratomi dal primo capitolo del progetto.
Il fatto è che “
One step over the line” appare fin dal contatto iniziale un lavoro addirittura superiore al suo predecessore che pure aveva goduto dei servigi di un certo
Dennis Ward per la sua realizzazione.
Non è agevole spiegare “razionalmente” i motivi di tale
improvement … il sodalizio tra il cantante canadese e il musicista e produttore svedese è verosimilmente ascrivibile a una di quelle situazioni che gli anglofoni chiamano “
a marriage made in heaven”, ma forse sono solo le canzoni a essere migliori o si tratta semplicemente di una questione di gusto personale, che di fronte a questi arrangiamenti pieni e magniloquenti non riesce proprio a contenere il suo entusiasmo.
Comunque sia, se vi siete mai chiesti come suonerebbe una fusione tra l’eleganza dei Find Me e la risolutezza degli Harem Scarem, oggi potete vedere concretizzate le vostre “fantasie musicali” nei solchi digitali di un dischetto che non esito a definire appassionante per irreprensibilità tecnica e capacità di coinvolgimento.
L’inizio è semplicemente da brividi … “
Love run free” è puro
AOR a 24 carati, “
Love gets through” (composto con la consueta “
Fascinosa Grazia” da
Pierpaolo Monti,
Dave Zublena e
Dave “Rox” Barbieri e impreziosito dal ficcante solo di
Francesco Marras) ha una linea melodica da contagio istantaneo e “
Still pretending” è uno
slow capace di sciogliere anche i cuori più coriacei.
“
Broken” rappresenta la risposta migliore a chi sostiene che il
melodic rock è esclusivamente una “faccenda” da nostalgici, la struttura armonica notturna di “
Karma” sconta appena un pizzico di prevedibilità, subito spazzata via dalle tastiere turgide e dal ritornello
killer di “
Minute of your time” e dall’imperioso
CX emotivo della sontuosa “
She is getting away”, un pezzo che scaverà un solco indelebile nei sensi di ogni appassionato di questi suoni.
Ottime vibrazioni arrivano anche dalla vagamente Leppard-
iana “
December rain”, il romanticismo non stucchevole di “
Weigh me in” ostenta una sensibilità rara, mentre tocca alle cromature
class-metal di “
Pedestal” e alla magnificenza della
title-track, in puro Harem Scarem
style, scatenare gli ultimi due vortici d’intensa passione
cardio-uditiva presenti in un programma pressoché inattaccabile.
Sottolineando, infine, l’eccellente prova di
Michael Palace, meno noto dei suoi
partners in crime e non per questo da considerare alla stregua di un semplice comprimario, non mi resta che consigliare a tutti gli
chic-rockers alla lettura di procurarsi immediatamente (superando i pregiudizi del “
solito progetto Frontiers” …) una copia di quest’albo targato
First Signal … una “sorpresa” di cui ricordarsi nel momento della selezione delle migliori uscite melodiche dell’anno.
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