Affrontare e descrivere gruppi paralleli che hanno di mezzo musicisti importanti non è cosa da poco sopratutto quando il musicista in questione, ha già fatto di per sè la storia essendo il fulcro principale di band del calibro di Tool e A Perfect Circle, la maggior parte delle volte ci si ritrova sempre a discutere, tra amici, per poi arrivare alla fatidica domanda: "
sì.. ma i Tool!?!?".
Per chi ancora non l'avesse capito si parla del genio indiscusso
Maynard James Keenan e del suo progetto ormai reale ed esistente con cui calca i palchi già da un po’ di anni e che prende il nome di
Puscifer.
La band in questione è sempre al centro dell'attenzione, non certo per la musica, ma perchè agli occhi dei fan è diventata, purtroppo, la band che distoglie
Maynard dal suo vero progetto, cioè fare un nuovo album con i Tool, come detto in precedenza, ci si ritrova sempre a discutere poichè nell'immaginario collettivo crediamo che
Maynard non debba perdere tempo con altre band, e quello che il sottoscritto risponde, anche se da gran tooliano, è:
"Fatevene una ragione, Ragazzi!"
Poichè, il progetto
Puscifer, è ormai qualcosa di concreto, questa band, infatti, nata come un side-project è a tutti gli effetti il progetto più concreto, purtroppo per voi, che ha in mente
Maynard in questo momento e lo si può intuire dall'ormai terzo album, che prende il nome di "
Money Shot".
I
Puscifer che includono il già citato
Mr. Keenan, la bravissima
Carina Round,
Matt Mitchell,
Jeff Friedl (Devo e Ashes Divide) e
Matt Mcjunkies hanno dato alla luce un album ricco di ottima musica naturalmente sperimentale/elettronica, ricco di sfumature post-industrial e ambient e sopratutto, ricco di ottime tematiche con liriche scritte per lo più da
Maynard.
Inoltre, tra le tracce emergono testi abbastanza personali, come la traccia "
Agostina" dedicata alla figlia, che un po’ ci fa capire, quanto il progetto
Puscifer, sia molto importante per il cantante (se ci pensate bene
Maynard non si esponeva così tanto personalmente, forse, da "Wings for Marie" dei Tool traccia dedicata alla madre).
E non solo, l'album racchiude un po’ il punto di vista generale del cantante su diversi aspetti e problemi sociali come, ad esempio: la natura e l'inquinamento (con la traccia "
Galileo" e "
Grand Canyon"), l'era musicale e la pirateria ("
Simultaneous"), haters o leoni da tastiera ("
The Remedy"), riflessioni sulla vita e la vecchiaia ("
Autumn" e "
Life of Brian") e problemi sociali tra cui la mancanza dei rapporti veri, sostituiti dai rapporti virtuali ("
The Arsonist").
Ciò che rende bello quest'album è sicuramente l'ottimo sound ricercato e abbastanza d'impatto, anche se comunque la musica dei
Puscifer ha i suoi tempi per essere ben assimilata, se poi all'ottima musica si aggiunge il fantastico alternarsi delle due voci una che non ha bisogno di presentazioni accompagnata dall'ottima partner
Carina Round, si arriva davvero a creare un qualcosa di unico e difficilmente imitabile.
Ma posso concludere senza poter parlare di uno dei punti di forza, forse, il più importante. cioè i live!?
Quello infatti che questa band riesce a dare nei live è davvero uno spettacolo che non ha rivali e ne sa qualcosa chi come me si trovava quello splendido 7 giugno al teatro degli Arcimboldi a Milano, dove i
Puscifer hanno dimostrato la loro immensa bravura con un live al di fuori dell'ordinario che ha colpito, segnato e lasciato a bocca aperta tutto il pubblico, anche i più dubbiosi. Passate, infatti, le porte dell'Arcimboldi sembrava di essere entrati nella parte più contorta della mente del buon
Maynard, con i
Puscifer al completo che sembravano in uno stato di trance, accompagnati dallo spettacolo di veri e propri lottatori di wrestling, combattimenti di galli e filmati spettacolari che accompagnavano le varie tracce, tutto con la giusta dose di divertimento e con fantastiche interpretazioni di brani nuovi e vecchi classici, che hanno davvero lasciato a bocca aperta per più di due ore il pubblico italiano.
Per chi ancora non li avesse mai ascoltati suggerisco di prendersi del tempo e sopratutto di concedersi alla musica di questa band, magari, sentendo anche album precedenti come "V is for Vagina" e "Conditions of my parole".
Concludo dicendo che l'album, a mio parere, merita un pienissimo 8.5, mentre se dovessi dare un voto allo stupenda serata e al fantastico spettacolo che riescono a far vivere all'ascoltatore non basterebbe un 10.
A cura di Alessandro Zampino