Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2016
Durata:37 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. A BLACK STONE
  2. A.A.
  3. MIND THE GAP
  4. DARKNESS WILL ARISE
  5. ELECTRIC NIGHTINGALE
  6. AGONY IN THE GARDEN
  7. SUICIDE CRIST
  8. THE BUTCHER OF LA CABANA
  9. CUBA LIBRE
  10. ACCRETION
  11. CLEAN WITH FIRE
  12. THE FAKE BREEZE OF SUMMER
  13. THE GHOST
  14. GET IN LINE

Line up

  • Spice: vocals, rhythm & lead Guitar,
  • Bob Ruben: drums,
  • Marvin Kairenius: lead guitar,
  • Alexander Sekulovski: bass

Voto medio utenti

Torna il famoso cantante/songwriter Spice (Spiritual Beggars, Kaysers) con la sua nuova band My Regime e l' album d'esordio “Dogmas“. Qui le sonorità sono lontane anni luce da tutto cio' a cui il cantante ci aveva abituato; "Dogmas” è un disco che si rifá alla vecchia scena thrash americana, con riff velocissimi ed affilati, una sezione ritmica roboante ed un immenso pegno da pagare agli Slayer la cui ombra maligna sovrasta su ogni traccia.
Dopo un breve acustico come intro ( "A Black Stone") dalla seconda traccia "A.A", alla conclusiva "Get In Line" abbiamo 14 tracce che potrebbero essere uscite da un album degli autori di Angel Of Death, sopratutto del periodo South Of Heaven ( "The Feke Breeze Of Summer", "The Ghost" ) non solo per la tipologia di riff e assoli dissonanti ma sopratutto per le vocals che ricordano un giovane Tom Araya. D'altronde non bisogna rimanere stupiti da tale svolta musicale, se infatti leggiamo le dichiarazioni di Spice in merito al nuovo lavoro, troviamo quanto segue:
"questa band rappresenta lo sfogo alla rabbia che ho accumulato negli ultimi tempi, una rabbia che nasce dal mio astio nei confronti di una società fin troppo malata e politically correct, specialmente per me che vivo in un paese in cui è in atto la svendita del progresso conquistato dalle passate generazioni. Sento la necessità di contrastare certe ideologie che ci stanno portando nella direzione sbagliata. E non mi viene in mente modo migliore per farlo che con del sano, vecchio thrash. Parlo del thrash come lo si faceva una volta, veloce, potente e marcio!"

Ma non vi tragga in inganno la similitudine con gli Slayer, qui non c'e emulazione ( sarebbe stato sciocco farlo ), bensì una re-interpretazione in chiave fresca ed abbastanza efficace del genere proposto dai padri putativi. Nonostante il numero elevato, le tracce scorrono via piacevoli e ficcanti, anche se non è certo l'originalità che dovete cercare in un lavoro come questo. Non ci sono highlight ma neanche brutte canzoni, ad esclusione di un paio di insulsi strumentali "Agony In The Garden" e "The Butcher Of La Cabana" la cui ragion d'essere mi è ignota. Se sbavate per la band di Araya, preparate il bavaglino perchè qui ne farete un'indigestione!
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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