I capitolini
The Foreshadowing giungono al loro quarto album
“Seven heads ten horns”. Come descritto dai
The Foreshadowing stessi, si tratta di un semi-concept album basato sul tema dell’Europa vista come una nuova Babilonia, dove l’Unione Europea fallisce nei suoi presupposti iniziali e il risultato che si ottiene è l’odio e l’intolleranza tra le popolazioni aventi culture, costumi e lingue differenti. La distruzione dell’idea dell’Europa odierna in analogia al collasso della torre di Babele avvenuto nel passato. I riferimenti biblici non si fermano alla sola torre della discordia, ma anche ad altre storie narrate nel libro dell’Apocalisse come il drago uscito dal mare con sette teste e dieci corna che dà il titolo all’album.
La musica proposta dai
The Foreshadowing è un dark/doom/gothic molto ben congeniato e accattivante. L’eleganza e la dolcezza della musica gothic si fonde a meraviglia con le atmosfere cupe e tetre del dark/doom e il cantato del bravissimo
Marco Benevento si adagia con molta naturalezza, coerenza e sapienza su questo tappeto musicale arricchendo ancor di più l’effetto finale delle composizioni.
I musicisti coinvolti nella band sono ottimi compositori ed esecutori. Indubbiamente i
The Foreshadowing sono ormai una solida realtà nazionale e internazionale e non esagero affermando che possono competere ad armi pari con i mostri sacri del genere musicale suonato. Fermarsi sui singoli pezzi non aggiungerebbe nulla a questa recensione, poiché il disco è molto bello nella sua interezza e può essere ascoltato dalla prima all’ultima nota senza mai risultare noioso o ripetitivo. Mi soffermo solo su alcuni titoli che personalmente mi hanno colpito di più, come
“Fall of Heroes”, un brano molto bello epico ed evocativo suonato e cantato ottimamente;
“Martyrdom”, pezzo a dir poco commovente, un vero capolavoro di musica doom/dark.
Agli amanti del dark/doom non può mancare sicuramente questo album, ma personalmente consiglierei un ascolto a chiunque ami la musica metal poiché ci troviamo di fronte ad un’opera che, pur non inventando nulla di nuovo, riassume in se tutto il meglio che ci si può attendere da un disco dark/doom/gothic. Il mio giudizio finale è pertanto molto positivo.
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