Questa recensione si potrebbe racchiudere in tre parole, le stesse del titolo di questo album, ovvero “Kill.Fucking.Everyone”, secondo disco dei Watchmaker, grindcore band di Boston, la quale riprende il discorso interrotto con il precedente “Kill.Crush.Destroy”.
19 bombe soniche, meno di 30 minuti, un assalto costante e inarrestabile di velocissimo grindcore, con un singer che si dilania le corde vocali. C’è qualche ulteriore influenza nel sound dei bostoniani, qualche rallentamento sludge, qualche inserto black metal, tonnellate di noise e un’insana passione per il termine “fucking” che ricalca quella dei Sadistik Execution. La differenza però, è che mentre la band australiana è una band di simpatici burloni, questi Watchmaker fanno tremendamente sul serio, dal punto di vista tanto musicale quanto lirico. In certi frangenti balzano alla mente i Circle Of The Dead Children.
L’artwork inoltre è essenziale ma efficacissimo.
Questo disco non è un capolavoro, chiariamoci subito, anche perché associare un termine come capolavoro a qualcosa che è molto più simile ad un massacro, è bizzarro, tuttavia questo disco prende alle parti basse, fin nelle viscere, e ci scava dentro con un coltello. Il solo trittico finale costituito da “Repent And Perish”, “Trial By Barrage” e “Steaming Pile Of Outcome Measures” è significativo del potenziale distruttivo di questa band. Da tenere d’occhio, sorvegliati a vista.
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