Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:48 min.
Etichetta:Street Symphonies Records / Andromeda Dischi

Tracklist

  1. THE PLACE MEN CALL HELL
  2. DIABLO
  3. ALCOHOL SYMPHONY
  4. NEVER TOO LATE
  5. BLESSED PATH
  6. END OF THE LINE
  7. RISE AGAIN
  8. GET OUT
  9. MY WAY HOME
  10. FADING MEMORIES (GHOST TRACK)

Line up

  • Marcello Spera: vocals
  • Cristiano Stefana: guitar
  • Matteo Castelli: bass
  • Andrew Trabelsi: keyboards
  • Luca Cortesi: drums

Voto medio utenti

Non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni” … ok, ok … forse in un’affermazione del genere (prelevata dalla scheda di presentazione del disco …) qualcuno rileverà anche un pizzico di retorica e naiveté, ma se poi il risultato artistico è quello ottenuto dagli Alchemy in questo “Never too late” non si può che essere felici della loro determinazione e convinzione.
In particolare, si tratta di un tipo di compiacimento indirizzato agli estimatori di un hard n’ heavy melodico screziato di AOR e di prog, una “roba”, insomma, verosimilmente alimentata dallo “studio” attento di gente del calibro di Rush (complice la bella voce Geddy Lee-esca di Marcello Spera), Triumph, Dream Theater, Van Halen e Pretty Maids (e personalmente mi sono balenate in mente pure formazioni meno conosciute tipo Heavens Fire e Accomplice …), “buoni maestri” di una dottrina assimilata con una rilevante dose di temperamento e personalità.
Il valore medio del songwriting è piuttosto elevato e anche le dotazioni tecniche del gruppo si assestano su standard qualitativi importanti, mentre, forse, c’è ancora qualcosina da “limare” in fatto d’incisività melodica ed emotiva, per un programma che piace parecchio e tuttavia non sempre riesce a “colpire” i sensi in maniera profonda e duratura.
Ciò detto, ponendo l’accento altresì sull’ottima prova del chitarrista Cristiano Stefana e sul suggestivo contributo del tastierista Andrew Trabelsi, mi preme segnalare al lettore appassionato la sofisticata e grintosa miscela sonora di “Diablo”, il grazioso tocco Purple-iano di “Alcohol symphony”, il magniloquente romanticismo di “Blessed path”, le scintillanti cromature di “End of the line” e le ammalianti atmosfere adulte di “Rise again”, indicandoli come gli ascolti prioritari di un albo che, lo ribadisco, si rivela comunque piacevolissimo nella sua totalità.
Un gruppo davvero molto promettente e che prestissimo potrebbe esprimersi su livelli di eccellenza assoluta.
God bless the dreamers!
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.