Eccessivo. Decisamente eccessivo. Ma funziona. Eccome se funziona. Si è parlato a lungo di questo
"The Four Seasons", sogno realizzato dal Maestro
Mistheria (tastierista, tra gli altri, per
Bruce Dickinson e
Rob Rock) in collaborazione con
Alberto Rigoni (bassista in forza anche ai progster Twinspirits) e che rilegge in chiave metal l'intero capolavoro di
Vivaldi con l'aiuto di circa 130 (!) ospiti (l'elenco completo lo trovate alla vostra destra).
Il binomio rock/metal-musica classica ha origini antiche e proprio per questo ero un po' prevenuto nei confronti di questo disco (anche perché sempre più spesso in questi "matrimoni" l'arrangiamento si riduce all'esecuzione del "tema celebre" con un bel tappetone di doppia cassa e chitarroni distorti, e tanti saluti alla credibilità dell'operazione). Ma qui la riscrittura è intelligente e non si limita a riproporre i motivi che tutti conosciamo, ma li rielabora e li rende "canzoni" (i testi sono di
Douglas R. Docker) costruendoci attorno qualcosa di nuovo e di diverso, come avrebbero potuto fare assi delle tastiere del calibro di
Keith Emerson o di
Claudio Simonetti.
L'introduttiva
"Escape From Hell" è un brano originale di
Mistheria, una buona traccia metal con cori e orchestra molto pronunciati.
"The Illusion Of Eternity" l'avevamo già sentita su YouTube: sarò impopolare ma è tra le cose che mi hanno convinto di meno, un po' pacchiana, molto ruffiana e, a giudizio di chi scrive, pure prolissa.
"Vita" è un altro centro, che rimanda al sound degli ultimi Therion, mentre
"Euphoria" brilla per la gustosissima evoluzione strumentale. I contrasti dinamici la fanno da padrone in
"Sun Of God" e preludono al primo e vero lento dell'opera,
"Immortal Soul", al posto giusto al momento giusto. È poi la volta del
"Presto" dell'
"Estate" di
Vivaldi (
"Thunderstorm"), riletto non so quante volte dagli shredder di tutto il mondo (penso che la versione degli Epica di
"The Classical Conspiracy" sia una delle ultime), qui davvero portato all'estremo in tutti i sensi ma con fluidità, nonostante i tanti cambi di tempo/metro.
"The Age Of Dreams" subisce un trattamento alla stregua della Trans-Siberian Orchestra prima della lunga, teatrale, progressiva e vagamente "sinistra"
"Alchemy".
"Stige" è breve ma al contempo densissima, un tour-de-force sostanzialmente strumentale impressionante.
"The Meaning Of Life" si distingue, oltre che per la voce di
Fabio Lione (un po' impiccato, ma sempre in gran forma), per le sfumature electro-ambient mentre
"The Final Hour" ha lo stesso approccio di
"The Illusion Of Eternity". L'incipit di
"Grande Madre" è inquietante, l'evoluzione è invece più canonica e rimanda alle prime cose dei Dark Moor.
"Doomsday", altro brano originale di
Mistheria, ha un incedere epico e apocalittico (del resto il titolo lascia spazio a pochi dubbi), più vicino a
Verdi che a
Vivaldi a voler trovare il pelo nell'uovo, con parti cantate per la prima volta anche "sporche e cattive" (sulla falsariga dei Nightwish più mainstream) e una coda che ripropone un "mini-medley" di quanto sentito finora.
Personalmente è "troppo" ma non si può non riconoscere a
Mistheria e soci il merito di aver creato qualcosa di unico, coeso e al contempo titanico, completamente "made in Italy" (l'ottima produzione è a cura dell'italianissima
ARTESONIKA di
Ivan Moni Bidin) e una volta tanto davvero competitivo a livello internazionale.
Chapeau.