Forti di un esperienza quasi decennale, la band fu infatti formata nel 1993, gli Aeturnus tornano sulle scene con il loro quarto lavoro intitolato “Ascension Of Terror”. Sperare in un evoluzione stilistica parlando di questa band è quanto mai fuori luogo; fin dalle prime note della furiosa opener, “Possessed By The Serpents Vengenace”, infatti, gli Aeturnus mettono in chiaro che le carte in tavola non sono cambiate. Il terzetto ancora una volta si rende fautore di un oscuro death metal inframezzato da rade soluzioni atmosferiche, il tutto arricchito dalla presenza di melodie ed armonizzazioni che rimandano alla scuola svedese più estrema; non stiamo quindi parlando di un sound eccessivamente originale, ma estremamente potente e ricco d’impatto, come la furiosa “Slaying The Lamb” sta a dimostrare. Che nella formazione si possano trovare vecchie conoscenze di band come Gorgorth ed Immortal, oltrettutto, dovrebbe essere una garanzia della qualità del prodotto, vicino a tratti ai primi Entombed e per altri versi degno discepolo dell’approccio americano al death metal, senza scordare una palese influenza mutuata dal black metal più cadenzato e meno frenetico. “Ascension Of Terror” risulta così un disco piacevole e di sicuro interesse per molti, ma nulla di più (e vi assicuro che non è poco prendendo ad esempio le produzioni che escono ultimamente); un ulteriore tassello che va ad aggiungersi alla oramai nutrita discografia degli Aeturnus, svezzati dalle esperienze live maturate al fianco di band come Cannibal Corpse, Marduk, Mayhem, Behemoth e molti atri ancora. Non credo che il combo norvegese riuscirà ad ampliare il suo bacino di utenza con questo lavoro, così come non v’è dubbio in merito al fatto che ogni fan della band resterà decisamente soddisfatto da “Ascension Of Terror”; peccato che, alla lunga, episodi come la title track risultino estremamente tediosi ed eccessivamente banali, facendo così drammaticamente tendere verso il basso la curva dell’attenzione dopo le prime tracce. Un lavoro notevole per i cultori del genere, un disco di possibile interesse per tutti gli altri, ma assolutamente privo di un qualsivoglia barlume di originalità.
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