Di certo la recensione del precedente "
Die Without Hope" ad opera del nostro Gino era una provocazione, non potendo una band così ottenere una valutazione talmente impietosa, ma senza dubbio se su una band come i
Carnifex sono rivolti i riflettori e gli applausi della scena metal estrema, qualcosa che non va c'è davvero.
Il deathcore della band di San Diego e quanto di più fumoso possa esistere, tutto uguale, piattissimo, giocato unicamente sull'alternanza di screaming e growls, su parti in mid tempos e blastbeats furiosi, assemblati in maniera continuata e ripetitiva, tipo in catena di montaggio, senza un minimo di estro, alcuna scintilla creativa o personale.
Niente di tutto questo, una iper produzione (e quanto hanno stancato ste iper produzioni che nascondono le magagne Dio solo lo sa...) a suggellare il tutto per un disco vuoto che più vuoto non si può.
Non ne faccio nemmeno una particolare colpa agli stessi Carnifex, con membri nati nella metà degli anni '80, a cui hanno insegnato che musica vuol dire unicamente alto livello tecnico-esecutivo e zero importanza a tutto il resto: tutti musicisti preparatissimi ed impeccabili ma che fanno della musica quasi un esercizio di stile con emotività prossima allo zero.
Dispiace che a proporre tutto questo sia proprio un'etichetta che da fine anni '80 ha insegnato a tutto il mondo cosa fosse il metal estremo ma quei tempi sono lontani, ahimè, il metal tutto è oggi un'altra cosa.
Ma questo non significa che noi dobbiamo avallarlo, seppure resteremo i soli a farlo.
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