La proposta di questi Bloody Hammers, ridotti ad un duo ( Anders Manga alla voce, chitarra, basso e batteria e Devallia alle tastiere) è un mix difficile da definire, tra i Paradise Lost più melodici di "One Second", i Type O Negative più tranquilli, i Sister Of Mercy e i Depeche Mode più heavy (?). Siete confusi, non preoccupatevi questo album richiede vari ascolti per essere assimilato anche se dubito che la proposta del gruppo americano possa interessare più di tanto il lettore "metallaro" di Metal. It, a meno che non ami il dark elettronico misto al metal (giusto una spruzzata però). Certamente è un prodotto originale e a suo modo coraggioso e pure discretamente suonato, senza essere assolutamente tecnico o virtuoso. È una sorta di rituale nel quale le vocals sono spesso "spoken" ("Bloodletting On The Kiss", "Shadows Out Of Time") mentre altrove disegnano melodie malinconiche (" The Reaper Comes") o oscure ("Ether "), i ritmi sono sempre lenti-mid tempo tranne la conclusiva " Astral Traveller", l'episodio più sostenuto dell'intero lavoro. Il disco va considerato nel suo insieme, inutile estrapolare alcuni pezzi, la proposta è chiara, prendere o lasciare.
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