Dopo lungo tempo di assenza ritroviamo la sezione ritmica dei seminali Sixty Watt Shaman in questa nuova creatura di nome
Foghound. Vi sono analogie e differenze tra le due formazioni del Maryland: è rimasta l’attitudine solida e muscolare di un heavy rock stonerizzato ed una propensione melodica sempre presente, talvolta anche accentuata (
"On a roll"), mentre si notano maggiori concessioni ad una dimensione più torbida ed ipnotica (
"Above the wake",
"Serpentine",
"Bridge of stonebows").
Comunque il tiro è prevalentemente roccioso, potente e dinamico (
"Message in the sky",
"Rockin & rollin",
"Street machine",
"Never return") nella scia di nomi consolidati quali Clutch, Sasquatch, Truckfighters, Mos Generator, Gozu, senza evidenti cali di tensione.
Un buon disco di genere, dove forse manca ancora qualche pezzo superiore alla media ma si evidenziano le basi per una crescita futura.
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