Copertina 5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2016
Durata:45 min.
Etichetta:Prophecy Productions
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. VENTER På STORMENE
  2. IKLEDD EVIGHETENS KAPPE
  3. ALTETS TEMPEL
  4. Å STIGE BLANT STJERNER

Line up

  • E. Blix: vocals & drums
  • J.E. Åsli: guitars
  • E. Kalstad: bass

Voto medio utenti

I Vemod sono norvegesi e suonano, manco a dirlo, black metal, atmosferico con puntate nell’ambient.
Venter På Stormene” fu originariamente rilasciato nel 2012 ed oggi la Prophecy Productions lo ristampa a beneficio di un pubblico maggiore.
Diciamo subito che il punto di forza di questo disco sta tutto nelle atmosfere, glaciali e depressive, che ha un so che di cosmico/spaziale, come la title-track ben dimostra.
Ciò che meno convince è l’amalgama tra la struttura tipicamente black metal dei pezzi, con riffing e drumming che più tipici non si può, con le altre componenti che, in luogo di essere incorporate al sound, si limitano a fungere da break, con momenti estemporanei, duranti i quali la band rallenta e li inserisce, allungando così il minutaggio a dismisura.
La durata dei 4 pezzi qui presenta è di ben 45 minuti.
Ad ogni modo non si può non apprezzare un pezzo come “Ikledd Evighetens Kappe”, che emana profonda disperazione ed è strutturato in due tempi, un primo che si basa maggiormente sull’aggressività e un secondo che riprende il fading del primo con una chitarra acustica e malinconica che prelude lungamente all’assalto finale.
Altets Tempel” è una traccia interamente ambient, dove i sintetizzatori ci riportano a quelle atmosfere algide e spaziali di cui si diceva. Ok, tutto bello, ma parliamo di 13 minuti di autoreferenzialità che sembrano un po’ un corpo estraneo nel tessuto del disco.
La conclusiva “Å Stige Blant Stjerner” è anch’essa interamente strumentale e alla componente ambient aggiunge le chitarre in primo piano e, in chiusura del brano, ecco venire in rilievo maggiormente la ritmica e il drumming forsennato.
Il giudizio definitivo è interlocutorio. I Vemod mostrano sprazzi di classe ma il disco qui proposto è lacunoso, per certi versi incompiuto e anche disomogeneo. E non può nemmeno fregiarsi di originalità.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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