I
Vemod sono norvegesi e suonano, manco a dirlo, black metal, atmosferico con puntate nell’ambient.
“
Venter På Stormene” fu originariamente rilasciato nel 2012 ed oggi la
Prophecy Productions lo ristampa a beneficio di un pubblico maggiore.
Diciamo subito che il punto di forza di questo disco sta tutto nelle atmosfere, glaciali e depressive, che ha un so che di cosmico/spaziale, come la title-track ben dimostra.
Ciò che meno convince è l’amalgama tra la struttura tipicamente black metal dei pezzi, con riffing e drumming che più tipici non si può, con le altre componenti che, in luogo di essere incorporate al sound, si limitano a fungere da break, con momenti estemporanei, duranti i quali la band rallenta e li inserisce, allungando così il minutaggio a dismisura.
La durata dei 4 pezzi qui presenta è di ben 45 minuti.
Ad ogni modo non si può non apprezzare un pezzo come “
Ikledd Evighetens Kappe”, che emana profonda disperazione ed è strutturato in due tempi, un primo che si basa maggiormente sull’aggressività e un secondo che riprende il fading del primo con una chitarra acustica e malinconica che prelude lungamente all’assalto finale.
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Altets Tempel” è una traccia interamente ambient, dove i sintetizzatori ci riportano a quelle atmosfere algide e spaziali di cui si diceva. Ok, tutto bello, ma parliamo di 13 minuti di autoreferenzialità che sembrano un po’ un corpo estraneo nel tessuto del disco.
La conclusiva “
Å Stige Blant Stjerner” è anch’essa interamente strumentale e alla componente ambient aggiunge le chitarre in primo piano e, in chiusura del brano, ecco venire in rilievo maggiormente la ritmica e il drumming forsennato.
Il giudizio definitivo è interlocutorio. I Vemod mostrano sprazzi di classe ma il disco qui proposto è lacunoso, per certi versi incompiuto e anche disomogeneo. E non può nemmeno fregiarsi di originalità.
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