I Beelzefuzz sono una stoner- heavy band che si muove sulle scene dal 2009 , dal passato alquanto tumultuoso. Fino al 2014 infatti suonano col monicker di Righteous Bloom, poi nel 2015 cambiano il nome in Beelzefuzz ( mi chiedo quanto tempo ci sia voluto per partorire un simile nome!) sulla scia di una battaglia legale tra i fondatori Ortt e Kirby che va avanti sino al 2016 quando Ortt ottiene l'esclusiva del trademark del nome del gruppo e quindi il diritto di usarlo.
Preamboli a parte, la loro proposta musicale è difficile da inquadrare. Se infatti è innegabile la matrice stoner, è altrettanto vero che molteplici sono le influenze che si possono intravedere, dai Sabbath, ai Pentagram, ai Deep Purple, fino a elementi prog. Per nostra fortuna però siamo lontani da un "minestrone" sonoro ed anzi la loro musica è molto particolare ed assolutamente personale, certo se entra nei meandri della vs mente rischia di farvi fare voli pindarici senza ritorno. Servono infatti numerosi ascolti per assimilare pienamente i suoni di questo "The Righteous Bloom", dall'iniziale "Nazriff", il pezzo piu' duro con un riff di derivazione Sabbathiana, alle successive "The Soulles" e "Within Trance"altri pezzi con grandi riff di chitarra, passando per la purpleiana "Hardluck Melody" , alla blueseggiante "Rat Posion Parfait" e alle psichedeliche/prog "Nebulous" e la titletrack, è un susseguirsi di suoni, melodie, atmosfere sognanti sorrette sempre da una giusta dose di energia, egregiamente suonate e prodotte; su tutto svetta la voce di Dana Ortt, limpida, squillante forse piu' adattta nei pezzi slow rispetto a qualli piu' sostenuti ma sicuramente in grado di dare grande enfasi alle interpretazioni. Un gruppo interessante ma non per tutti , che porta una ventata di aria fresca in un panorama troppo spesso statico e chiuso su se stesso.
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