Con "
End of the Night" i
Gloryful non scacciano tutti i dubbi e le perplessità palesate in passato, sia sull'esordio, dove qualche peccato lo si poteva perdonare, sia poi sul successivo "Ocean Blade", così la formazione tedesca si conferma carente di personalità, idee e soprattutto di spunti vincenti.
Un Power Metal largamente ispirato dalle scuola teutonica e quella svedese, ma che ha un occhio di riguardo nei confronti dei Manowar, come lascia già da subito intendere l'irruenza della battagliera "
This Means War", tuttavia
Johnny la Bomba non è certo un novello Eric Adams e, infatti, arranca, ma anche il guitarwork sembra aver fatto un passo indietro rispetto al passato, scivolando via nella banalità, tanto nei riff quando negli assoli della coppia
Jens Basten e
Adrian Weiss, recente innesto nei
Gloryful.
"
The Glorriors", "
For Victory", "
God Against Man" o "
On Fire" (quest'ultima 50% Running Wild e 50% Blind Guardian...) sono brani davvero troppo di "
maniera" per giustificare le dichiarate ambizioni del gruppo, che fa qualcosa di meglio solo grazie a "
Heart of Evil", con il suo pulsare tipicamente "
Made in Germany" (più un pizzico di N.W.O.B.H.M.) e alla speedy "
Hail to the King", dove non mancano influenze (nuovamente) manowariane e soprattutto in occasione dell’acustica (chi ha detto di nuovo Blind Guardian??) titletrack “
End of the Night”,
I nostri tengono fede anche al proprio concept lirico, inaugurato già nel 2010 con la loro primissima uscita discografica: l'EP "Sedna's Revenge", continuando a narrare storie le avventure di Sedna, dea degli abissi marini nella mitologia Inuit, e della sua lotta eterna contro Mc Guerkin.
Ma non è in questa battaglia che i
Gloryful trovano la Gloria.
Forse nella prossima...
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
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