In CALM BEFORE THE STORM si scorre come dei Delvoid, per poi, spalancarsi in una compostezza articolata degna del cubismo di Rubik.
La storia cantata è massiccia: evoca alcuni diaframmi del Gus Van Sant di Gerry e prende alcune distanze dal precedente lavoro.
HAWKSHAW si abbassa nei toni e nei respiri. Sprofonda e attraversa i comportamenti metabolici, giungendo presso una fisiologia remota, pre-viscerale, quasi sospesa tra vita e cristallizzazione. Come le cisti di vecchie creature, a cui potrebbe sgorgare un denso senso vivificante, seppur incomprensibile.
THE 1 ci fa tornare con sezioni variamente rombo-circolari agli albori dei Truckfighters... microfonie schiacciate vorrebbero esaltare e liberare l'ascoltatore. Mettete trasporto. La canzone veicola
e una "vocina guida" vi tiene agganciati se scivolate nell'intrattenimento.
E non siamo nemmeno a metà!
GEHENNA è americana nella sua essenzialità, tremendamente bella.
L'elaborazione sonora, che emerge dalle dinamiche semitattili tra gesti e corde, è un capolavoro. Peccato per certe facilonerie artificiose del cantato: sarebbe potuta cascare tra le canzoni del 2016.
Giusto il tempo per fissare Duna Jam e Burning Man fra le priorità mortali. Poi, vi si chiede di dare il massimo in THE CONTRACT. Austera nel suo divagare tra rock distanti e paesaggi saturi. Piene referenze a Voi e per Voi!
State qui. Acchiappate i pensieri e aggrappatevi alle falangi
Nuovo giro, nuove spiralità, appesi alla giostra dell'arte. Normale, in FIEND, ripiegarsi come il tempo in antiche credenze. Normale, forse ancora di più, ripigiare play.
Nel passaggio all'ultima: patisco il segno dei Sentenced-Soundgarden in questa "formulazione desertica", sognante, nomade, sfibrante come alcuni cantautori. La Svezia bussa, la scandinavia comprende, il Mondo ringrazia.
STORYLINE. Fine
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