Copertina 7

Info

Anno di uscita:2001
Durata:46 min.
Etichetta:Spitfire
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. NINETEEN
  2. THIRTY EIGHT
  3. THIRTY FOUR
  4. THIRTY SEVEN
  5. THIRTY NINE
  6. THIRTY SIX
  7. THIRTY THREE
  8. THIRTY FIVE
  9. FIVE
  10. FORTY

Line up

Non disponibile

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Non per scrivere gratuite malignità ma da quanto sembra di capire dalle dichiarazioni che si possono leggere sul loro sito i Karma to burn non hanno versato lacrime e urlato dal dolore per la fine del loro matrimonio con la Roadrunner….anno nuovo, vita nuova dunque, nuovo ‘deal’ con la Spitfire e un disco fresco di stampa per questo trio proveniente dalla Virginia. Come potrete immaginare dai titoli che per puro vezzo ho inserito in testata di recensione anche questa volta come per ‘Wild, wonderful purgatory’ ci troviamo di fronte ad un’opera esclusivamente suonata, tradizione che fa dei Karma il classico caso più unico che raro nella scena rock contemporanea di band esclusivamente strumentale. ‘Almost heaten’, storpiatura del detto americano ‘Almost heaven’ con cui viene appellato lo stato da cui il gruppo proviene, si presenta come una massiccia esecuzione di partiture rock, hard quanto basata e sufficientemente acida per essere definita stoner. I pezzi vivono del dinamismo ritmico impressionante marchio di fabbrica per il gruppo e delle esplosioni improvvise create dai riffs ‘valvolari’ delle chitarre: in tuta sincerità non è semplice riuscire ad addentrarsi con coscienza nei sentieri tracciati, la mancanza di una linea vocale potrebbe essere un limite in questo senso e portare ad un ascolto distratto quasi da sottofondo; tuttavia la capacità che le canzoni hanno di avvolgere letteralmente nell’ascolto sopperisce brillantemente a questa falsa lacuna e non penalizza una talento compositivo che riesce a comunicare sensazioni inedite in un universo come quello dello stoner, ormai saccheggiato a mani basse da chiunque. Rispetto a molte bands del genere i Karma sono riusciti a mantenersi trascinanti ed innovativi e questo disco lo testimonia, ponendosi come un passo in avanti rispetto al suo predecessore. Consigliati dunque ripetuti ‘viaggi’ sonici in cuffia per cogliere le sfumature strumentali; dopo, ma solo dopo essersi appropriati della materia, spararlo al massimo del volume porterà piaceri indescrivibili, ma attenzione: considerarlo solo un disco da sconquasso sarebbe un peccato madornale.
Recensione a cura di Emanuele Rossi

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