La pubblicazione di “
Shining line” rappresenta un momento fondamentale per la credibilità internazionale dell’
AOR tricolore.
E’ il 2010 e un manipolo di “folli”, convinto delle proprie qualità e alimentato dall’inestinguibile “fuoco sacro” del
rock adulto, decide che i tempi sono maturi per dimostrare al “mondo” che anche in Italia si possono scrivere e suonare canzoni piene di sentimento e grinta e che sono degne di essere cantate dai migliori interpreti mondiali del settore.
Già in precedenza il
rock melodico nostrano aveva vissuto qualche importante “momento di gloria” (
Elektradrive,
Drama,
Danger Zone,
Edge Of Forever …), ma nessuno fino ad ora aveva avuto il “coraggio” e la determinazione di coinvolgere tutti insieme in un progetto musicale
Harry Hess,
Robbie LaBlanc,
Robin Beck,
Michael Shotton,
Bob Harris e
Michael Voss (tra gli altri …), realizzando il primo vero caso di
AOR all-star band (completata altresì da svariate presenze “eccellenti” in fase esecutiva... da
Michael T. Ross a
Vinny Burns, passando per
Matt Filippini ...) di concezione italica.
I “folli” di cui sopra si chiamano
Pierpaolo "Zorro" Monti e
Amos Monti, coadiuvati in prima istanza da
Alessandro Del Vecchio,
Marco "Dandy" D'Andrea e
Mario Percudani, a comporre un
team artistico non del tutto sconosciuto tra gli appassionati e tuttavia capace di andare oltre le più rosee aspettative.
L’ascolto di “
Shining line” è un’esperienza “devastante” per chi ama questi suoni e forse, per una sorta di atavica esterofilia, nutriva qualche piccola perplessità sugli esiti dell’ambiziosa operazione: la calligrafia compositiva di
Zorro è semplicemente strepitosa, dal suo “pennino” fluiscono con innata naturalezza e carisma note sempre intense e ammalianti, che sembrano davvero “cucite addosso” ai singoli cantanti, abilissimi nell’illuminarle di tensione espressiva attraverso le loro mirabili qualità fonatorie.
Nessuna delle
star si “risparmia”, fortemente coinvolta in un’impresa dal valore facilmente riconoscibile e che si rivela nonostante i presupposti assolutamente coesa e organica, in grado di trarre ispirazione dalla più nobile tradizione del genere senza per questo ricalcarne gli stereotipi.
Tutti (e sottolineo TUTTI … compresi i pezzi esclusivamente strumentali, a ulteriore certificazione di una classe nitidissima) i brani dell’albo sono preziosi gioielli sonici impregnati di emozioni autentiche e di costruzioni armoniche incredibilmente coinvolgenti e se non fosse che, svincolandosi dall’onda dei (recenti) ricordi, leggete queste parole in occasione della ristampa del disco curata dalla
Street Symphonies Records, la tentazione d’imbarcarmi in un appagante e minuzioso
track-by-track meriterebbe di essere assecondata.
Alla fine, però, anche perché nel nostro archivio trovate già un’esaustiva
recensione dell’uscita originale, il tutto si ridurrebbe probabilmente a un “esercizio di stile” superfluo e autoreferenziale.
Così, mio malgrado, mi limiterò a comunicarvi che la riedizione propone un bellissimo
artwork rinnovato e una
bonus-track assolutamente all’altezza del resto del programma. “
This is our life” è un frammento di ariosa e ruggente solarità
anthemica appannaggio della
The Italian Rock Gang, denominazione dietro la quale si “cela” il contributo di personaggi piuttosto noti della scena canora tricolore (
Marco Sivo,
Josh Zinghetti,
Gabriele Gozzi,
Frank Law, …), impegnati ad affermare con decisione che il tempo delle futili invidie è terminato e che grazie all’intelligenza e al talento una passione comune può trasformarsi in una fruttuosa collaborazione artistica (un tema molto caro a
Pierpaolo e che ha trovato un’estesa applicazione nell’esperienza
I.F.O.R. – Italian Forces Of Rock).
Dopo gli
Shining Line sulla medesima linea operativa arriveranno Lionville, Charming Grace e Room Experience (sempre con
Pierpaolo "Zorro" Monti tra i protagonisti ... e
stay tuned per i Rantimes!), ma sarà un po’ tutto il “movimento” a giovarsi di questo “piccolo” capolavoro (conclusione maturata a fronte di
un’adeguata prospettiva storica, per nulla affrettata ...
cfr. le condivisibili valutazioni di
Luca Franceschini nella suddetta disamina del 2010) ancora più straordinario perché nato senza
budget milionari e mezzi stratosferici.
Se il “sogno americano” è un po’ più vicino e può realizzarsi anche nelle tante difficoltà del
Belpaese, il merito è di dischi come questo … farne a meno è francamente impossibile.