Copertina 6

Info

Anno di uscita:2005
Durata:35 min.
Etichetta:TVT

Tracklist

  1. SIX FEET UNDERGROUND
  2. BETTER THAN ME
  3. BRIGHT RED VIOLENT SEX
  4. BULLSEYE
  5. GUNS ABLAZIN’
  6. GOT YOU TRAPPED
  7. TURN THE HEAT UP
  8. FAMILY
  9. GUARDIAN
  10. MEDICINE
  11. DON’T LIE DOWN WITH DOGS
  12. RESCUE YOU

Line up

  • Shoun McCoy: guitar, lead vocals
  • Marty McCoy: guitar, lead vocals
  • Mike Steele: guitar, vocals
  • Jerod Mankin: bass, vocals
  • Tommy Johnson: drums, vocals

Voto medio utenti

Esaminando il booklet del disco dei Bobaflex, l’impressione che se ne ricava è quella di una giovane e moderna band costruita per un buon successo commerciale. Una formazione credo all’esordio, la quale vanta già un manager, un co-manager, un business management, uno studio legale a tutela delle loro canzoni, una booking agency, una robusta serie di addetti al marketing, una lunga sfilza di nomi tra produttori, ingegneri del suono, mixatori ed assistenti vari, evidentemente o è dotata a livelli fenomenali o è il parto dell’industria discografica statunitense, maestra in questo tipo di iniziative.
In sostanza non esattamente il mio modello di band underground che magari registra in un paio di giorni pagando di tasca propria, và in tour con un furgone scassato affittato a chilometraggio e si monta da sola la strumentazione sul palco. Nulla di male ma qui siamo in un’ambiente diverso, dove ogni particolare, ogni mossa sia artistica che organizzativa e finanche di aspetto, look e presentazione, è stato ponderato e calcolato in base alle richieste di mercato, magari dopo accurati sondaggi sui tipi di proposta che attualmente incontrano i favori del pubblico giovanile.
Quindi è inutile fingere che tutto ciò non incida a livello di qualità ed interesse della proposta musicale.
Premetto che il lavoro tutto sommato è un ascolto gradevole, perlomeno nel breve periodo, ma inevitabilmente risente di un’atmosfera poco genuina e troppo “piaciona”, un continuo ammiccamento a modelli perlopiù adolescenziali di consolidata efficacia.
Abbiamo una serie di canzoni eterogenee che a prima vista potrebbero rappresentare l’affioramento un po’casuale di varie anime presenti nella formazione, mentre ad un esame più approfondito risultano scientemente calibrate per raggiungere con precisione un target di ascoltatori più ampio possibile. Se per molti questo non è affatto un limite, per me significa comunque il sacrificio di un elemento essenziale al genere: la spontaneità sanguigna, l’impulsività spregiudicata, la sregolatezza passionale.
Tanto più perché parliamo di rock.
Rock in senso molto ampio quello dei Bobaflex, i quali saltabeccano disinvoltamente da un levigato hard melodico (“Bright red violent sex”) ai confini del nu-metal modaiolo (“Six feet underground, Got you trapped”), alle edulcorate contaminazioni hip-hop (“Turn the heat up, Don’t lie down with dogs”), fino ad arrivare al reale obbiettivo di canzoni ibride agrodolci fabbricate come hit-singles tele-radiofoniche (“Better than me, Guns ablazin”) che negli States saranno certamente supportate da una buona strategia pubblicitaria.
Nella sostanza si è puntato tutto sulla fase vocale, con ben due cantanti principali e la partecipazione attiva di tutti gli altri membri del gruppo, un bell’assortimento di voci che si alternano e si compenetrano per ottenere melodie facili ed immediate con relativa profusione di ritornelli e cori ripetuti ad oltranza per un’inevitabile memorizzazione. Parte strumentale ridotta invece all’essenziale, con alcuni saltuari riffs metallici pseudo-aggressivi ed altrettanto rade ritmiche tambureggianti, per il resto semplici accompagnamenti alla parte cantata dei brani.
Rock rivestito da una sottilissima patina di aggressività con nessuna ambizione di vera pericolosità, utile solo a dare spessore all’anima orecchiabile, reale spina dorsale del lavoro.
Per non sbagliarsi i Bobaflex nel disco hanno piazzato un po’di tutto, cosa che potrebbe segnalarli come fantasiosi sperimentatori di stili oppure come astuti mestieranti generici che cercano di presentare un volto adatto ed utile a seconda della situazione.
Personalmente propendo per la seconda ipotesi, ma sospendo il giudizio definitivo in attesa di un’eventuale prossima realizzazione che chiarisca di quale pasta è veramente fatta questa formazione. Disco troppo ondivago e dispersivo per consigliarlo a qualcuno in particolare, casomai se vi capita ascoltatene qualche pezzo per vedere se può fare al caso vostro.

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