Soli.
Al buio, dietro una finestra sporca mentre guardate fuori un mondo distante e gelido.
Le gocce di pioggia che solcano il vetro deformano la realtà.
Disperazione e depressione sono le vostre uniche compagne e solo in esse vi riconoscete davvero.
Certamente non vi basterà piangere per sfuggire all'abbraccio della solitudine.
"Wild, Wild Misery" è esattamente questo.
DSBM allo stato dell'arte.
Il più
negativo di tutti i generi estremi trova qui la sua casa ideale, la sua alcova, il buco nel quale saziare la sua fame.
Qui dentro non dovete cercare musica, non la troverete.
Troverete, invece, il male di vivere, l'oppressione, la fine.
Ritmi lenti, urla strazianti, chitarre che ronzano melanconiche e tanto, tantissimo dolore.
I
Mortualia, progetto depressive black metal di
Shatraug che gli amanti dell'estremo sapranno essere la mente dei fenomenali Sargeist ed Horna, scrivono l'ennesimo inno alla misantropia e vi invitano, senza mezzi termini, a perdervi nel nero assoluto delle loro trame sonore che non lasciano filtrare neanche la più piccola fonte luminosa.
Un album del genere, a mio avviso, diventa catartico nel suo saper sublimare tutto ciò che è "anti", tutto ciò che si nutre di sofferenza e di morte, e riesce a portare la musica in alto la dove, in passato, si sono spinti fenomenali esponenti del genere come Abyssic Hate o Silencer, ma anche primissimi Katatonia, la dove, cioè, il suono si fonde con il sentimento sublimando il concetto stesso di emozione, per quanto negativa quest'ultima possa essere.
"Wild, Wild Misery" è un album per pochi: non lasciatevelo sfuggire, perdereste un prezioso compagno del vostro male.
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