Citano Opeth e Primordial i francesi
Abduction come loro maggiore influenze e la cosa torna utile per descrivere, tecnicamente, la loro proposta.
"Une ombre régit les ombres", primo album di lunga durata dopo l'EP "Heights' Shivers", è composto, infatti, da brani molto lunghi, si va dagli otto ai dodici minuti, che alternano momenti riflessivi ricchi di arpeggi a violente accelerazioni black metal il tutto condito da atmosfere epiche e pagane.
Un bel mix dei due nomi citati in apertura, quindi.
Tutto bene?
Direi proprio di no.
Scrivere brani così lunghi è un'arma a doppio taglio: se non si hanno idee di grande livello, si rischia di fare una brutta figura e questo, purtroppo per loro, è il caso degli
Abduction.
Tutte le canzoni dell'album esauriscono quello che dovevano dire in quattro, cinque minuti, ma si trascinano per altrettanti minuti senza aggiungere assolutamente nulla, venendo a diventare, perciò, una sterile alternanza, come ricordavo prima, di momenti violenti e momenti di calma che quasi sembrano essere assemblati "a forza" piuttosto che necessari all'economia della musica.
A peggiorare il quadro, poi, concorrono una produzione a mio avviso poco adatta alla proposta ed un comparto vocale, sia in scream nelle partiture black che pulito nei momenti più epici, di scarso impatto emotivo e poca personalità.
Probabilmente il gruppo ha risentito troppo dell'infatuazione per i suoi numi tutelari ed ha creduto possibile ripeterne le gesta senza averne il talento: in sostanza per comporre brani come fanno i Primordial, o
sei i Primordial o, al massimo, suoni loro cover.
Mi dispiace, ma gli
Abduction quel talento non lo posseggono, per lo meno non su quest'album, e sebbene si senta la loro voglia di fare ed il loro impegno, non riescono ad incidere un album in grado di lasciare il segno in una scena che, lo sappiamo tutti, è già troppo affollata.
Spero in un'altra prova nella quale i Nostri sappiano correggere il tiro e tirare fuori qualcosa di positivo, lo spero perché personalmente adoro questo genere di metal e sarebbe sbagliato non dare un'altra possibilità ai francesi.
Dunque, alla prossima.