Copertina 8,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2005
Durata:69 min.
Etichetta:Season of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. A LITTLE SALT FOR A BETTER FEELING
  2. PERMANENT IMBALANCE
  3. AN INDEFINITE DIRECTION
  4. NON EXISTENCE
  5. SOAVE
  6. LIKE CEMENT
  7. DIAPHRAGME
  8. HEAD
  9. BODY
  10. MISTAKEN SOLUTIONS
  11. US AND THEM THE FINISH

Line up

  • Marylin Tognolli: bass, vocals
  • Nicolas Dick: programming, samples, guitar, lead vocals
  • Frédéric De Benedetti: guitars

Voto medio utenti

Dopo sedici anni di attività, i francesi Kill The Thrill sono giunti al loro nuovo lavoro "Tellurique". Il loro curriculum vitae di live è costellato di parecchie interessanti interazioni con band imponenti e innovative, Killing Joke, Zani Geva, Isis, Jesu, Young Gods, Dilliger Escape Plan, Einstuerzende Neubauten, Neurosis, La Muerte, e tanti altri. Con alle spalle altri 3 album, uno split e collaborazioni - tra le quali una col chief degli Swans - sono arrivati ad una lenta ma costante maturazione. Per questo tipo di musicisti non si può parlare di influenze, piuttosto di interazioni musicali. Muovendosi tra le spire dei generi e le avanguardie musicali, la loro musica resta ricca di ispirazioni che hanno genesi compositive non del tutto decifrabile. Il terzetto francofono porta con questo ultimo suo lavoro un passo avanti -ma mai definitivo- al proprio cammino. Le chitarre potenti e melodiche, rumoreggianti o effettate, la batteria e i samples elettronici, la voce roca e scandita. La liriche trovano loro completamento nella musica trascinante e lascia suggestioni sempre teatrali. Con il confine mai definito tra suoni di chitarre che diventano sirene e l'elemento elettronica strutturato e ben miscelato con il tutto, diventa di sicuro difficile l'esecuzione live di un gruppo del genere. Di sicuro l'uso delle macchine supera il ruolo funzionale e strutturale nel disco. Sembrerebbe che il processo della ricerca del suono sia stato risolto da tempo dai Kill The Thrill portando l'elettronica dal suono freddo industriale verso la ruggine delle metalliche chitarre e viceversa queste verso il netto e asettico suono di un opificio di inizio secolo. Come se non bastasse in alcuni pezzi (vedi "Diaphragme") a rafforzare la poetica potenza sonora fanno la comparsa anche degli ottoni. Quindi in alcuni pezzi sembrerebbe trovarsi di fronte a split fuori dalla dimensione temporale; un luogo dove i Nine Inch Nails suonano pezzi degli Isis; dove i Jesu rielaborano alcuni lavori dei Lacrimosa; dove i Neurosis giocano con IAMX. Al sicuro da facili plagi questa band rimane comunque a se stante nel panorama musicale odierno.
Ovviamente questo è un disco che merita un approfondimento che un semplice promo non può rendere.
Recensione a cura di Valerio Damiano

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