È sicuramente un esordio positivo quello dei
Light & Shade, formazione internazionale composta da membri di Temperance, Luca Turilli’s Rhapsody e Seven Spires. L’asso nella manica di questo “super-gruppo” è sicuramente
Adrienne Cowan, duttile cantante in grado di passare da creatura celeste a Satana in tempi record (ascoltare per credere).
Che musica propongono questi giovani dal curriculum invidiabile? Non è così facile rispondere… Il sound parte dal power sinfonico/melodico per contaminarsi con il death, l’hard rock, l’heavy, il thrash e, in minima parte, il prog. Dopo il morbido intro acustico
“Essence Of You” è la successiva
“Drown In The Absurdity” a dare un senso alla descrizione di cui sopra, un caleidoscopio di influenze impreziosito dalla performance impressionante della
Cowan. Si prosegue con
“Spirit Of Anne”, più canonica e dalle marcate influenze Eighties, preludio alla poco riuscita
“Burned”, dove l’incedere epico e marziale quasi manowariano prova a sposarsi con atmosfere gotiche e sfuriate death (il finale è colpevolmente in
fade come a dire:
“e adesso come cavolo la finiamo?”).
“You Are”, con il suo ritornello un po’ banale, tenta la via folkloristica di scuola Nightwish e simili prima della curiosa e convincente
“Meet Me In Summer”, a cavallo tra musica etnica, elettronica e sinfonica. La micro-suite
“Brokenhearted” aggiunge qualche elemento prog al mix di sonorità e anticipa la (scontatissima) ballad
“Lionhearted”.
“Wander So Far” inizia come
“My Land” dei Sonata Arctica (non scherzo) ma vira velocemente verso lidi death/prog e hard rock (alcuni fill sembrano addirittura venuti fuori da
“Bad Boys” dei Whitesnake). La non memorabilissima
“Welcome The Cold” (poco interessante e abbastanza mainstream) conduce alla conclusiva titletrack, brano elaborato che mette a sistema tutto quanto sentito finora prediligendo la componente melodica e cinematografica, con tanto di ripresa dell’intro.
Tutta una serie di indizi (struttura circolare, rimandi interni, titoli dei brani che si richiamano…) fanno pensare che dietro a
“The Essence Of Everything” si celi un qualche concept ma non ho trovato informazioni a riguardo. L’appunto che mi sento di fare è uno solo: che non ci sia un po’ troppa carne al fuoco? Nel lungo periodo questa potrebbe diventare un’arma a doppio taglio per la band. Ma se sarà l’equilibrio a prevalere (come non sempre accade in questo full-length) nei prossimi anni i
Light & Shade potrebbero riservarci più di una sorpresa…
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