King Fowley è prima di tutto un appassionato metalhead, poi anche un musicista (bassista, batterista e cantante, ma anche ingegnere del suono e produttore) che condivide e infonde la propria passione nelle diverse realtà cui collabora, e tra queste sicuramente le sue band principali, i Deceased e gli
October 31.
Proprio con questi ultimi, riconosciuta formazione di solido e quadrato Heavy Metal Made in USA, ha deciso di rendere omaggio la serie di compilation "Metal Massacre", grazie alla quale la Metal Blade Records, in un'epoca in cui non c'era Internet a fare da vetrina per le formazioni emergenti, ha dato voce ai primi vagiti di gruppi del tenore di Metallica, Slayer, Savatage (quando ancora si chiamavano Avatar), Metal Church, Armored Saint, Overkill Warlord, Voivod o Fates Warning.
Per "
Metal Massacre 31", gli
October 31 puntano comunque sui gruppi minori, infatti, quelli più noti e prolifici sono gli Omen, gli Hallow's Eve e i Tyrant. Non stupisce quindi, se per partire pescano da "Metal Massacre IV", prima "
Cross My Way" dei canadesi
Death Dealer (successivamente Deaf Dealer), un brano che poi sotto il nuovo titolo "Don't Get in My Way" sarà l'opener del loro esordio discografico, poi "
Forbidden Evil" dei (speed band mai giunta all'esordio)
War Cry. L'approccio degli
October 31 si rivela già da queste prime reinterpretazioni, decisamente ruvido, essenziale e con pochi fronzoli, nell'occasione con qualcosa che mi ricorda i Venom, che finisce per smorzare i toni epici che gli
Omen già avevano fatto trapelare sulla loro "
Torture Me" inclusa "Metal Massacre V". Un salto sino al settimo capitolo, dal quale recuperano "
The Awakening" dei
Titanic, prima di andare dove tutto è cominciato (nel senso della prima uscita targata "Metal Massacre") con "
Dead of the Night" dei californiani
Demon Flight (solo un EP al loro attivo), mentre "
Heavy Metal Virgin" degli
Aloha (con un giovanissimo Marty Friedman) arriva da "Metal Massacre II". Ritorno in pompa magna al quarto episodio, grazie a "
The Alien" degli spaziali (pur se nativi del Canada)
Sacred Blade e al sesto, tirato nuovamente in ballo da una solidissima "
Metal Merchants" degli
Hallow's Eve. Ancora spazio per "
The Warrior" dei
Final Warning (che da Detroit non andranno oltre ad un solo demo), prima di chiudere in grande stile con "
Armageddon" (in seguito "The Battle of Armageddon") tratta da Metal Massacre III) dei sottovalutatissimi
Tyrant, autori di tre dischi, di cui i primi due di assoluto valore.
Niente di trascendentale, comunque un modo diverso e originale (per lo meno nello spirito dell'iniziativa) di onorare il passato, tanto glorioso o oscuro che sia.
I was born to
reviewHear me while I
write... none shall hear a lie
Report and
interview are taken by the will
By divine right hail and
write
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?