Copertina 7

Info

Anno di uscita:2016
Durata:43 min.
Etichetta:Frontiers Records
Distribuzione:Frontiers Records

Tracklist

  1. HEAVY
  2. MY TOWN
  3. FLOW
  4. LET IT SHINE
  5. STEADY
  6. GOD OF MONEY
  7. HOW LONG
  8. WHEN I FALL
  9. LANDMINES
  10. STUMBLE AND GO
  11. LONG TIME GONE

Line up

  • Glenn Hughes: vocals, bass
  • Søren Andersen: guitars
  • Lachy Doley: keyboards
  • Pontus Enborg: drums

Voto medio utenti

Ritorno solista parecchio atteso (almeno dal sottoscritto) quello di “Sua Maestà The Voice of RockGlenn Hughes che nonostante le diverse primavere sulle spalle (di cui alcune particolarmente difficili a causa di dipendenze mai totalmente superate) continua ad essere estremamente prolifico in termini di nuove uscite.

Questo Resonate arriva diversi anni dopo F.U.N.K. e, soprattutto dopo la fortunatissima esperienza dei Black Country Communion e l’incerta prova dei California Breed, ha il compito di mostrare se il vecchio Glenn ha ancora la capacità di essere efficace senza una vera e propria band alle spalle, coinvolta anche nel processo di songwriting.

Ebbene, sappiatelo: la prova è ampiamente superata. È vero che siamo lontani dallo splendido Music For The Divine, che personalmente considero l’ultimo capolavoro di Hughes, ma questo lavoro risulta solido, inattaccabile e spesso maledettamente efficace.

Lo spazio dedicato all’hard rock puro è molto, tanto che potremmo avvicinare come sonorità questo disco a Soul Mover (tanto per citarne uno), ma é quando il funk trova il suo spazio che il mondo di Glenn Hughes ci compare di fronte in tutta la sua prepotenza. Il groove che sprigiona da sempre la maggior parte dei suoi brani, infatti, è un marchio di fabbrica inconfondibile e necessario per scaldare il cuore di tutti i fan, che attendono solo di sentire quel magnifico basso pompare sotto riff portentosi e granitici.

A livello vocale la prova è come al solito maiuscola, segno che davvero per lui gli anni non passano mai, né su disco né in sede live, dove ancora è in grado di regalare emozioni reali. Unica vera pecca è che non ho trovato al suo interno ballad degne di essere ricordate: una mancanza che non mi sarei aspettato inizialmente e che mi ha lasciato un po’ deluso.

Poco male tuttavia: un sette Resonate se lo merita tutto. Certo, qualche filler c’è, ma stiamo parlando di un album estremamente gradevole, di chiaro stampo Hughes, che non aggiunge nulla ad una carriera straordinaria ma certo merita qualche passaggio nei vostri stereo. Procuratevelo, mentre aspettate di ritrovarlo live per poter godere, ancora una volta, di tutta la magia che è in grado di regalare con il suo basso e la sua straordinaria vocalità.


Recensione a cura di Alessandro Quero

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 24 nov 2016 alle 11:24

Non sia mai detto che lascio a ZERO i commenti su una nuova uscita di Glenn Hughes. Questo vecchietto, per i miei gusti, ha la voce più bella della storia del rock. Anche le peggiori porcherie (perché qualcuna ne ha fatta nella sua lunga carriera, eh) sono impreziosite dalla sua ugola stile "Stevie Wonder on steroids". Il disco è bello e gradevolissimo (il 7 del grande Alex è il voto perfetto). Ma siccome sono un vecchio ripetitivo ed incarognito, ripeto per l'ennesima volta: pessimo suono della chitarra. Peccato.

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