I francesi
Lost Opera giungono al secondo full-length con un po’ di esperienza in più e ambizioni sicuramente maggiori. Per buona parte finanziato dai fan della band,
“Hidden Sides” è un semi-concept allegorico sulla dualità dell’indole umana che ogni giorno deve scendere a compromessi ed essere contemporaneamente “vendicatrice” e “inquisitrice”.
Trame cervellotiche a parte (che francamente non sono sicuro di avere colto appieno), i francesi propongono un metal sinfonico “male-fronted” (che per certi aspetti può ricordare i Kamelot) contaminato di sonorità che vanno dal death melodico allo speed-thrash, un mix non originalissimo che ha però il pregio di saper bilanciare con misura gli ingredienti senza voler strafare a tutti i costi.
Dopo l’introduttiva
“The Inquisitor”, il combo punta su una non tiratissima ma incisiva e potente
“Today I Cry”, dove si alternano cantati melodici e growl. È poi la volta dell’elaboratissima (pure troppo)
“Follow The Signs”, a cavallo tra elettronica, nu-metal, momenti lirici, ritmiche groovy e stacchi orchestrali.
“Rage” ha nel titolo la band di riferimento (periodo
“Speak Of The Dead” per intenderci) e prelude all’accoppiata
“Betrayal”/”The Lonely Owl”, chiaramente ispirata ai sopraccitati Kamelot. La breve e sinfonica
“The Sinner” sfocia nella più progressiva
“May I”, dal break speed, in totale contrasto con la successiva
“So Wrong”, mid-tempo da headbanging furioso.
“O.P.S.” rimanda al thrash/death, mentre l’insipida
“My Silent Hill” sembra un lento degli Ivanhoe di inizio millennio. Chiude il cerchio
“The Weight Of The Cross”, finale epicheggiante dalle tinte power.
Per concludere: un disco complessivamente onesto, che non cambierà la storia del genere ma che con molta probabilità piacerà agli onnivori del metal sinfonico.
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