Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2016
Durata:30 min.
Etichetta:Dark Essence Records

Tracklist

  1. PREVIOUS ASSOCIATES, NOW AS TARGETS FOR THE GUN
  2. MIND-ABSCESS
  3. RUINERS OF OUR FAMILY TREE
  4. SEEN THROUGH THE EYES OF A PAEDOPHILE PRIEST
  5. COME, DEAR CANCER
  6. BLACK METAL NECROPHILIA
  7. SODOMY AND LUST (SODOM COVER)

Line up

  • Unsgaard: vocals
  • Sgt. V.: bass
  • Thrawn: guitar
  • Defest: drums

Voto medio utenti

Solo mezz'ora di musica per il nuovo album, il quarto, dei norvegesi Sarkom, veterani della scena Black Metal del loro paese, quella però di serie B dal momento che il gruppo di Oslo non ha mai incontrato il successo di tanti altri colleghi, non avendone, tra l'altro, le stesse qualità.
"Anti-Cosmic Art" si pone sulla scia del suo predecessore, il discreto "Doomsday Elite", cercando di elaborare, all'interno di una proposta comunque urticante, un suono in grado di unire la vecchia scuola del metallo nero con suggestioni ed idee più "moderne" e, forse, più ruffiane, in una amalgama, quindi, che cerca di essere personale per poter emergere dalla media delle tantissime uscite discografiche odierne.
L'intento del gruppo si realizza, a mio avviso, più o meno bene: i Sarkom, sia nei brani più "classici" che in quelli più sperimentali, dimostrano di saperci fare e, pur non potendo l'ascoltatore certamente gridare al miracolo, riescono a raggiungere una buonissima qualità grazie a pezzi diretti, taglienti, a volte inclini al black'n'roll, altre gelidi come il ghiaccio, oppure più ragionati, ma sempre in grado di tenere alta l'attenzione.
Da segnalare, per completare il quadro, un paio di riff che ti si stampano immediatamente in testa, come nel caso della seconda "Mind-Abscess", probabilmente la cosa migliore del disco, una ottima cover del classico "Sodomy and Lust" dei Sodom, e una serie di idee sghembe, lontane dal black ed in qualche modo vicine al rock ("Ruiners of Our Family Tree") o al dark punk ("Come, Dear Cancer") se non proprio ad una certa dissonante avanguardia, sviluppate con molta intelligenza e di sicura presa.
Insomma, l'album dimostra che i Sarkom hanno saputo fare meglio del loro recente passato e che, pur non raggiungendo i livelli dei So Much for Nothing, meraviglioso solo project del cantante Unsgaard, una chance da parte vostra la meritano senz'altro.
Se poi, un giorno, decidessero di arricchire i loro dischi con un artwork degno di questo nome potremmo anche dare al gruppo un mezzo punto in più...
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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