Copertina 8

Info

Anno di uscita:2016
Durata:52 min.
Etichetta:Dark Essence Records

Tracklist

  1. BLOOD ON THE SAND
  2. IF I COULD
  3. FALLOW SEASON
  4. PITFALLS
  5. ALL THE GIANTS ARE DEAD
  6. RETURNING TO THE END OF THE WORLD
  7. PARASITES
  8. STONES FOR EYES
  9. THE WHOLE WHERE YOUR HEART BELONGS
  10. UNDERDOGS

Line up

  • Agnete M. Kirkevaag: vocals
  • BP M. Kirkevaag: guitars, vocals
  • Richard Wikstrand: guitars
  • Tormod L. Moseng: bass
  • Mads Solås:drums, percussion, vocals

Voto medio utenti

I Madder Mortem sono un gruppo che meriterebbe una considerazione ben superiore a quella ottenuta finora. L’ho sempre pensato e oggi che ascolto questo “Red in tooth and claw”, ennesima gemma in una discografia in pratica irreprensibile, le mie convinzioni ne escono rafforzate.
Non è difficile individuare le cause di una situazione “incresciosa” come questa … artisticamente troppo lontani dalle logiche di mercato e introversi per natura, i norvegesi sono tra le poche creature musicali ancora in grado di guardarsi attorno con gli occhi e il cuore avidi di una curiosità fanciullesca, capaci di non porsi limiti creativi e senza la spocchia di tanti sedicenti progressisti.
In questo ricordano gli Atrox (almeno fino al favoloso “Orgasm”), conterranei dall’analogo destino, ma se non conoscete né gli uni né gli altri, diciamo che la proposta dei nostri è una frastornante mistura di generi (progressive, nu-metal, psych, gothic, alternative rock, …) assolutamente libera da pastoie eppure anche enormemente magnetica fin dal primo contatto (magari dal secondo va …), pulsante di energia, forza espressiva e di una prepotente capacità straniante.
Forse anche più “immediati” che in passato, i Madder Mortem per il loro debutto targato Dark Essence sfornano un dischetto abbagliante per intensità e varietà, concepito da musicisti straordinari, ognuno intento a esplorare a fondo le potenzialità del proprio strumento e poi concedere il risultato di tale studio ad arrangiamenti profondi, eclettici e geniali, omogenei nonostante la molteplicità dei temi proposti e delle suggestioni soniche.
Una menzione particolare la merita Agnete M. Kirkevaag, voce strepitosa e carismatica della band nordica, dotata di uno “attrezzo del mestiere” camaleontico, penetrante e ammaliatore, quasi nella sua laringe si dibattessero concitatamente i registri di Kari Rueslåtten, Lisa Dalbello, Serj Tankian, Grace Slick e Mike Patton.
Isolare alcuni momenti del programma e tentarne un’esegesi è francamente un’impresa improba, al limite dell’impossibile … potrei riferire dell’impatto emotivo devastante di “Blood on the sand”, del suono epico e liquido di “If I could”, del tocco “commerciale” del singolo “Fallow season” o ancora della schizofrenia di “Pitfalls”, delle inquietudini di “All the giants are dead”, della scorticante “Parasites” e di una “Underdogs” (con Agnete artefice di un’esibizione tecnico-interpretativa davvero prodigiosa …), che punta dritta al centro dei sensi, ma la verità è che quest’albo va accolto come un’entità complessiva e “vissuto” come un misto di realtà, poesia e pensiero che rimanda direttamente al “flusso di coscienza” di Joyce-iana memoria.
Se vi piacciono Opeth, Leprous, Devin Townsend e Katatonia, perché non concedere una chance anche ai meno celebrati Madder Mortem? Scommetto che non rimarrete delusi …
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.