Copertina 8

Info

Anno di uscita:2001
Durata:42 min.
Etichetta:Molten Universe

Tracklist

  1. VAT 69
  2. DEVIL WOMAN
  3. STATUS HALLUCINOGENIC PHASE II
  4. YOU GOT ME HIGH
  5. RED TAB
  6. THE SHIPBUILDER
  7. ELECTRIC RYDER
  8. HEXAGRAM
  9. MONOSTEREOWHATEVER

Line up

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Anche una scena relativamente piccola come quella stoner riesce a volte a realizzare qualche progetto parallelo unendo frammenti di bands, vedi il recente e riuscito caso Natas / Santoro. Ma chi sono allora i Greenleaf ? Sono Fredrik e Tommi dei Dozer, Danny dei Demon Cleaner e Bengt coproduttore di entrambe le bands, praticamente un clan di amici che dopo essersi rintanati al Rockhouse Studio di Borlange (Sve), sempre più punto di riferimento per gli stoners scandinavi, hanno deciso di unire forze ed idee in questa nuova avventura. I soliti critici superficiali staranno già sbuffando in attesa della solita trita clonazione Kyuss - Black Sabbath. Niente di più sbagliato, niente di così ovvio. Già l'opener "Vat 69" offre un gran pezzo di heavy acido che non sfigurerebbe su un disco Nebula, compatto, trascinante, potente e pieno di groove assassino. Ancora meglio "Devil woman" che si lancia nella scia stellare degli inarrivabili Spiritual Beggars, fermandosi poco dietro, un immersione nell'hard rock più schietto e tumultuoso in puro stile settantiano ma con durezza contemporanea, un gioiellino impreziosito e completato dalla presenza determinante dell'hammond di Jocke. A seguire un'altra sorpresa, lo strumentale "Status hallucinogenic", un titolo che è un programma, denso magma psichedelico gelido e distante come gli spazi cosmici, un "viaggio" strepitoso per menti e palati fini. Essendo questo un progetto creato per il piacere di suonare e non per fare cassetta (lo stoner non è il genere adatto...), i Greenleaf proseguono su una linea anticommerciale proponendo altri tre strumentali di alto livello: "Shipbuilder", apice dell'album per come riesce a fondere ritmo fiammeggiante ed effetti "spaziali" in un modo che mi ha ricordato la misteriosa band "di confine" 35007 (o Loose, se volete) e non è poca cosa, "Electric ryder" la quale tiene fede al suo nome, cavalcata chitarristica stoner che ha il solo difetto di essere troppo breve, ed il finale "Monostereowhatever" che riprende i temi precedenti ma in tono forse minore. C'è spazio perfino per il cadenzato psycho-doom "Hexogram", fascinoso ed avvolgente fino al crescendo finale. Per chi teme invece un astinenza da adrenalina ci sono "You got me high" heavy rock'n'roll diretto, veloce, orecchiabile e "Red tab" altro cameo di stoner d'assalto schiacciasassi tra Hellacopters ed Unida (Garcia ha fatto di nuovo scuola!). Questo disco non sarà la rivoluzione rock come da ambizioso titolo, ma è sicuramente un caleidoscopio di suoni e sensazioni per nulla influenzato dai gruppi d'origine dei musicisti, alla faccia di chi continua a sostenere che lo stoner è genere asfittico e ripetitivo, addirittura morente. Greenleaf è la prova che è ben vivo e vegeto, anzi più brillante di tanta musica "pompata" ad arte, e speriamo che questo lavoro non resti un episodio a se stante e che il progetto possa crescere ancora.

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