Goldah è un trio di Ravenna formato da musicisti che hanno maturato buona esperienza militando in svariate bands locali, gente che ha superato da tempo lo scoglio della fase adolescenziale e giunta ora alla soglia dei trent'anni porta avanti un discorso musicale ben ponderato e sufficentemente maturo.
Le diverse influenze del gruppo si sono condensate in una proposta che possiede un'anima heavy rivestita di sostanza a metà tra pop e grunge.
Sin dal primo brano "Sadness in my eyes", mid-tempo con buoni cori di presa immediata, i Goldah vanno alla ricerca di una dimensione orecchiabile che si perpetua nell'intero album, con la base rock che viene sfumata da arrangiamenti morbidi e da atmosfere lievemente ombrose puntando con cura su linee vocali e ritornelli agili e memorizzabili.
A tratti certamente affiora la venatura più nervosa e metallica, retaggio del passato musicale del trio, vedi il tiro energico di "In gold we trust" o della graffiante "Ashamed" che può ricordare l'espressione metal dei primi '80, ma in generale i Goldah sembrano più interessati ad un discorso riflessivo ed adulto con qualche connotato radiofonico. Questa l'impostazione di meditate ballate elettriche come "Lake of new light","Scars" o la placida title-track, nelle quali è l'aspetto melodico a prendere il sopravvento con una certa eleganza, senza comunque tralasciare qualche buon ricamo chitarristico di rinforzo.
Una prova discreta, che lascia spazio a miglioramenti ed evoluzioni stilistiche, con i Goldah che potranno essere apprezzati da chi cerca un approccio al rock solido ma lontano da qualsiasi eccesso.
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