Se sto ascoltando una canzone e dopo trenta secondi intuisco già dove si va a parare, allora è molto probabile che l’album in cui essa è contenuta non faccia per me. Mi spiace dirlo, ma è la verità. Poi, per carità, non è detto che non possa conquistare altri ascoltatori, anzi, però per quanto mi riguarda parte pesantemente svantaggiato…
Il debutto sulla lunga distanza dei danesi
Akoma è un full-length che, per quanto ben confezionato, vive della luce riflessa delle varie female-fronted band alla Within Temptation, Nightwish o Xandria. Non basta l’ospitata di
Liv Kristine sulla titletrack a distrarre da un sound che di originale non ha praticamente nulla (e pure la voce di
Tanya Bell non è poi così impressionante).
“Enticing Desire”, la già citata
“Revangels”,
“Heartless Deceiver”, la bonus track
"Bittersweet Memories", sono esercizi di stile che lasciano il tempo che trovano e fanno solo venir voglia di riprendere in mano i dischi delle formazioni di riferimento. Va un po’ meglio con i brani più pestati (
“Change Of Propensity”, “Vira”), ma tracce come
“Mesopotamia” (una copia sbiadita di
“Nemo”),
“Hands Of Greed” (tanto epicheggiante quanto insipida) o
“Humanity” (l’ennesima e inutile “suicide-ballad” guidata dal pianoforte della cantante) fanno presto a frenare l’entusiasmo.
Sufficiente solo perché prodotto e arrangiato in maniera inappuntabile…
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?