Seconda vita per i finlandesi
IC Rex che, dopo essersi sciolti nel 2009, rilasciano
"Tulen Jumalat" ("Dei del fuoco"), il loro quarto album, a "celebrazione" della rinascita del gruppo avvenuta nel 2015.
Una rinascita, quella della one man band di
Artifex IC, particolarmente gradita al sottoscritto dal momento che il nuovo album risulta essere un ottimo esempio di black metal dal taglio epico e melodico come non ne ascoltavo da parecchio tempo.
Le composizioni di
IC Rex riescono ad unire un'anima raffinata ed elegante, che spesso mi ha portato alla mente i primi Agatus, con un piglio epico e glorioso ottimamente sottolineato dalle tastiere (quasi alla Defeis, nonostante la differenza di genere) dalle vocals maschili e femminili ed, in generale, dalle atmosfere dei brani che, per quanto concerne questa loro caratteristica, hanno saputo ridestare in me emozioni simili a quelle provate ascoltando "Throne of the Depths", misconosciuto capolavoro dei tedeschi Drautan del 2007, al quale
"Tulen Jumalat" in qualche modo può essere accostato.
Occorre sottolineare che, sebbene la musica di
IC Rex insista molto sulle melodie e sulle appena citate componenti epiche, essa non si "dimentichi" di essere estrema risultando, quindi, gelida e violenta quando i brani lo richiedono contrapponendosi, in una sorta di voluta dicotomia, alle emozionanti partiture rallentate ed eroiche che costituiscono, in ogni caso, l'anima del lavoro e la sua vera essenza, una essenza che vive proprio nel fuoco citato nel titolo, in un elemento, cioè, che, con il suo avvolgente calore e la sua maestosità, descrive meglio di ogni parola un album contemporaneamente intimo e possente.
Un album che vi consiglio di ascoltare con molta attenzione perché quando il black metal è concepito con questa maestria, e questo spirito, tende a diventare vera poesia.
Una poesia del Nord che, tra soffi di gelido vento, scoppiettanti falò nell'intimo di un bosco o magniloquenti momenti eroici, non potrà non colpire l'anima di chi, tra di voi, è più sognatore.