Copertina 8

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2016
Durata:49 min.
Etichetta:Fading Records
Distribuzione:Ma.Ra.Cash. Records

Tracklist

  1. AL CREPUSCOLO DELL’ANIMA
  2. MEDIOCRAZIA
  3. IL CAPITALE UMANO
  4. TEMPIO PALLIDO
  5. TEPHLON (CLUB)
  6. IL GIUDICE E IL BUGIARDO
  7. ANTROPOCENE PT. I
  8. ANTROPOCENE PT. II

Line up

  • Alessandro Zara: lead vocals
  • Michele Zanotti: guitars, sax
  • Giacomo Banali: guitars
  • Thomas Pessina: keyboards, synth
  • Alessandro Danzi: bass guitar
  • Andrea Sbrogiò: drums

Voto medio utenti

Urca che bravi questi Il Rumore Bianco: giovani (l’età media sfiora i trent’anni), preparati (i ragazzi suonano, eccome se suonano), ambiziosi (la band non ha paura di confrontarsi con i grandi nomi del settore) e con le idee molto chiare (le scelte timbriche e di produzione sono inoppugnabili).

Certo, “fa strano” percepire le influenze di Area, King Crimson, Banco del Mutuo Soccorso, Van Der Graaf Generator in un album scritto da musicisti nati tra la fine degli Anni Ottanta e l’inizio degli Anni Novanta, ma è altrettanto gratificante constatare quanto abbiano assimilato bene la lezione dei maestri senza rinunciare alla ricerca di una propria personalità.

“Antropocene” presenta 8 tracce complesse e sfaccettate, dalle armonie mai scontate, che affondano le proprie radici nel prog italiano (soprattutto per quanto riguarda le linee vocali) e nella nuova scuola progressiva di Steven Wilson e dei suoi Porcupine Tree, con una punta di sonorità post che ci stanno proprio bene. “Al Crepuscolo Dell’Anima” brilla per le melodie tanto spigolose quanto orecchiabili, così come la successiva “Mediocrazia”, a cavallo tra i Porcupine Tree di “Deadwing” e i Beatles di “She’s So Heavy” (ottimo il solo di piano elettrico di Thomas Pessina). Nel brano “Il Capitale Umano” compare il sax, e improvvisamente siamo trasportati nei territori jazz dei Colosseum e dei già citati Van Der Graaf Generator e Area. “Tempio Pallido” è un episodio più romantico, a tratti pop, dall’arrangiamento da manuale, che si confronta con altri grandi nomi della tradizione italiana come PFM e Le Orme prima della coda più sperimentale. “Tephlon (Club)” è un tributo strumentale ai King Crimson della trilogia “Larks’ Tongues In Aspic”/”Starless And Bible Black”/”Red” (quelli più heavy per capirci) e anticipa la mini-suite “Il Giudice E Il Bugiardo”, che alterna momenti soffusi con il sax di Michele Zanotti in evidenza a idee wilsoniane più vicine al brano precedente. La breve e malinconica “Antropocene Pt. I” prelude ad “Antropocene Pt. II”, finale epico e in crescendo debitore dell’inarrivabile “Raider II”.

Ora la sfida per questi veronesi è superarsi…
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 gen 2017 alle 08:09

Già con il precedente EP Mediocrazia si erano presentati come una delle novità più interessanti del nuovo prog italiano, ma in questo nuovo lavoro hanno confermato che si può puntare decisamente su di loro per il futuro.

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.