Con un titolo che è anche la decodifica del serpentesco acronimo scelto come
monicker del gruppo, i tarantini
C.O.B.R.A. arrivano al sospirato debutto discografico presentando una piacevole formulazione di
heavy metal dalle inflessioni
gotiche (allo scopo di fornire all’uditorio alcune indicazioni di massima potremmo parlare di qualcosa tra Metallica, Lacuna Coil e Iron Maiden …), costruito con discreto gusto e interpretato da musicisti dotati di una congrua perizia esecutiva.
Pilotato dalla valida voce da mezzo-soprano di
Grazia Riccardo, “
Conspiracy of blackness and relative aftermath” piace per le strutture melodiche impregnate d’inquietudine e caligine, un po’ meno per il modo leggermente ripetitivo con cui esse sono proposte, non consentendo all’astante di mantenere costante l’attenzione per tutta la durata dell’opera.
Si tratta comunque complessivamente di un prodotto abbastanza soddisfacente, che mostra il suo lato migliore nella capacità evocativa di "
Mijollnir”, nell’impatto emotivo dell’articolata “
Phoenix” e dell’
anthemica “
Black widow” e negli accenti
doom di “
Dark warrior”, brani che denotano le qualità di una
band che molto probabilmente non ha ancora trovato la sua dimensione “definitiva”, ma che lavorando per accrescere la forza espressiva e la personalità delle composizioni potrà certamente sviluppare il suo già non trascurabile livello artistico.
Una partenza apprezzabile, in attesa di qualcosa di più …
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