Un po' a sorpresa ecco, a dieci anni di distanza dall'album esordio degli
Ancestral, il suo successore: "
Master of Fate".
Ricordo molto bene questa formazione nata sul finire del secolo scorso in Sicilia (nella provincia di Trapani), avendone seguito il cammino già dai due demo che aprirono la strada al loro primo lavoro sulla lunga distanza: "The Ancient Curse".
Ma, come anticipato, anche per arrivare a "
Master of Fate" la strada è stata lunga, un intero decennio durante il quale gli
Ancestral hanno perso un paio dei membri (il cantante Mirko Olivo e il chitarrista Giovanni Battista Ferantello) senza però smarrire la propria visione musicale.
Li ritroviamo, infatti, alle prese con un classico e robusto Heavy Metal ora meno epico rispetto al passato ma sempre dalle marcate tinte teutoniche e senza disdegnare suggestioni dal Power US Metal, e con due nuovi innesti:
Carmelo Scozzari (alla chitarra dal 2010) e
Jo Lombardo (dietro al microfono a partire dal 2013).
L'opener non poteva che intitolarsi "
Back to Life": frontale, bruciante, con subito in bella evidenza la voce potente e squillante di
Jo Lombardo (anche nei Metatrone e negli Orion Riders), sorretta da una prova convincente ed efficace da parte dei quattro musicisti che lo accompagnano e che, affiatati, non si risparmiano di certo, scorrazzando a destra e a manca. Non accennano a mollare la presa nemmeno con la seguente "
Wind of Egadi", dalla ritmica indiavolata anche se dopo una partenza al limite dello Speed & Thrash il tutto prende tonalità più powereggianti. Una combinazione che ritroviamo con "
Seven Months of Siege" mentre la titletrack sembra guardare molto più da vicino i Gamma Ray. Dopo una manciata di brani in cui sono state le chitarre a lasciare il segno, sono i fratelli
Mendolia a dare linfa e impulso allo strumentale "
Refuge of Souls", una scheggia impazzita che apre la strada al Power & Speed (con un guitarwork affilato e graffiante) di "
Lust for Supremacy", caratterizzato dalla presenza dell'ospite
Fabio Lione che si affianca a
Jo Lombardo. "
No More Regrets" con il suo approccio melodico (quello di una energica Power Ballad) ha il compito di attenuare, pur solo per qualche minuto, il sacro fuoco che scorre nelle vene degli
Ancestral, pronti però poi a deflagrare con la cattiveria di "
On the Route of Death", episodio decisamente muscolare seguito a ruota dagli scatti brucianti e improvvisi di una "
From Beyond" che pur guardando spassionatamente ai primi Helloween sottolinea tutte le capacita compositive ed esecutive degli
Ancestral.
Chiude infine il disco, la cover, peraltro ben riuscita, di "
Savage" (in origine B-side di "Dr. Stein") a confermare come gli
Ancestral affrontino il Power Metal in maniera più ruvida e grintosa di molti altri gruppi che si dedicano al genere.
E a dirla tutta, lo fanno anche meglio.
I was born to
reviewHear me while I
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