Sebbene gli
Haxxan non siano certamente un nome conosciuto nel panorama internazionale della musica metal, sebbene
"Loch Ness Rising" sia solo il loro debut, non si può certo dire che agli americani manchi l'esperienza o la personalità.
Dietro il progetto, infatti, si "nasconde" un veterano della scena estrema come
Frank "Killjoy" Pucci, che i più attenti tra voi sapranno essere leader di Necrophagia e Wurdulak, il quale, insieme con il sorprendente chitarrista Shawn Slusarek, ha fondato la band nel 2013 con l'obiettivo di suonare Black Metal.
Attenzione però, non stiamo parlando di metallo nero nell'accezione "norvegese" del genere.
Gli
Haxxan guardano, invece, indietro nel tempo e si rifanno alla musica di Celtic Frost e Mercyful Fate aggiungendo un tocco doom alla Candlemass e attualizzando il tutto nel contesto degli anni 2000.
Il risultato è un album formalmente inattaccabile: le canzoni, sempre attestate su velocità medie sorrette da una sezione ritmica precisa e granitica, sono malvagie e sinistre, le atmosfere pregne di zolfo, gli assolo di chitarra melodici e inquietanti, il riffing semplicemente perfetto e poi, a mettere la classica ciliegina sulla torta, la voce tormentata di Killjoy, anche ai sulfurei tasti d'avorio, che esalta le tematiche crowleyane del disco.
Insomma, gli
Haxxan suonano black metal, suonano "cattivi", senza blast beats e senza urlare, ma solo componendo musica dannatamente
evil come solo i migliori sono stati in grado di fare in passato e senza rinunciare alla melodia ed alla forma canzone, elementi, questi, a mio avviso imprescindibili per creare un bel disco.
E state pure certi che
"Loch Ness Rising" un bel disco lo è davvero: potente, freddo, ritualistico e ricco di belle canzoni... scusate se è poco!
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