"
A parla' chiaro se va", diceva il
Magnotta (e se non sapete chi fosse, peggio per voi).
E quindi, al fine di una totale ed univoca comprensione del testo, lasciatemi lanciare questo tecnicismo per spazzare il campo da ogni incomprensione:
"
PER ME FOCUS E' UN DISCO IMMONDO" per non dire di peggio, che tanto avete capito.
BUUUU FUUUU Grazioli pessimo retrogradooo incapaceeeee blablabla.
Ecco, blablabla.Se avessi avuto 10 lire io ed una copia di "
Focus" acquistata i
Cynic per ogni volta che ho sentito queste frasi, Il Graz avrebbe già accumulata una bella pensione ed i Cynic non avrebbero perso il contratto con
Roadrunner, causa vendite insoddisfacenti, per poi barcamenarsi in una stentata carriera con la
Season of Mist, ho detto Season of Mist, non
Nuclear Blast o
InsideOut eh, tanto per capirci.
Mah, chissà questa schiera di illuminati dov'era nel 1993.
Detto questo, se fate parte della schiera adorante "
Focus", "
Traced in Air" fino ad arrivare all'ultimo "
Kindly Bent to Free Us" dovreste evitare questa raccolta, per due motivi.
Uno, non siete degni di cotale zuzzume sonoro.
Due, i vostri delicati padiglioni auricolari potrebbero non reggere l'impatto.
Tornando a cannone al passato glorioso che fu, ricordo come adoravo ed adoro tuttora i demo in questione, quando con un furioso tapetrading e con una dannata fatica dopo mesi e mesi di scambi si riusciva finalmente a posare le mani sui quattro incredibili demo dei Cynic, senza dubbio un qualcosa di inusuale, fresco e dirompente nella scena estrema di allora.
Estrema sì, perchè i Cynic allora lo erano davvero e ancora mi risuona nella mente quella "
Uroboric Forms" ammirata ed ascoltata fino al collasso su "
At Death's Door II" della Roadrunner, per poi ritrovarla stuprata e ridicolizzata su "Focus", tra odiosi vocoder e ridicoli intermezzi strumentali che ne azzeravano totalmente l'impatto e l'efficacia.
Questi demo, in particolar modo il "
Demo 1991", restituiscono alla grande massa quello che realmente erano in grado di fare
Paul Masvidal, Jason Gobel, Tony Choy e Sean Reinert, prima che il loro ego prendesse il sopravvento, prima che i PAV (pompini a vicenda) prevalessero sui brani e la loro qualità.
Tre brani dal succitato "
Demo 1991” (tra cui proprio la "Uroboric Forms" di cui vi parlavo precedentemente), altri tre dal “
Demo 1990”, quattro dal famoso “
Reflections Of A Dying World” che per primo iniziò a diffondere il nome dei Cynic nell'underground internazionale, ed infine altri tre brani dal primissimo e grerzzo “
Demo 1988”: questi ultimi due ovviamente di valore inferiore e con registrazione approssimativa rispetto agli altri, ma con
Mark Van Erp al basso che poi ritroveremo negli anni successivi con due grandissime band come
Malevolent Creation e
Monstrosity.
Non c'è molto altro da dire a proposito, una ristampa che rende merito a chi da 24 anni aspettava una sorta di vendetta per quei demo, per quei Cynic che poi già dalla prima uscita voltarono le spalle alla musica estrema per darsi al manierismo più efferato.
Un'uscita rivolta unicamente ai nostalgici di quei Cynic, non certo ai milioni e milioni di seguaci che ne hanno sancito successivamente il successo a livello mondiale, consacrandoli come band leggendaria e famosa in ogni angolo del globo.