"Uprising of the Fallen", che esce per la rediviva Listenable, è il sesto lavoro in studio in una discografia, quella dei cileni, ma residenti in Svezia dal 2009,
Hetroertzen, che fino a questo momento non ha conosciuto passaggi a vuoto e ci ha, dunque, offerto black metal di qualità e personalità.
Il nuovo album del gruppo prosegue sulla scia del precedente, buonissimo, "Ain Soph Aur" e ci presenta un approccio alla musica estrema che, all'impatto, preferisce, di gran lunga, l'atmosfera grazie alla costruzione di canzoni dalla forte caratterizzazione ritualistica e dall'attento lavoro in fase di arrangiamento.
Gli
Hetroertzen si dimostrano compositori abili nel rendere la propria musica dinamica, potente, sulfurea ed attenta alle melodie che sono sempre curate e dannatamente oscure nel loro essere pregne di sentori di incenso e di fumo in un vortice di dannazione certo affascinante, come brani quali la splendida
"Zealous Procreation" o la terrificante
"The Fallen Star" testimoniano ferocemente.
Il black metal del quartetto è certamente ascrivibile al genere "religious", ma non disdegna riferimenti più classici, tanto svedesi quanto norvegesi, o, addirittura, estranei all'ambito estremo, ma mantiene, in ogni caso, una impronta sulfurea ed opprimente grazie a diversi fattori che vanno dalle vocals di
Anubis, a metà tra Attila Csihar e Mikko Aspa, al riffing contorto e tagliente che, spesso, si lancia in armonizzazioni dissonanti ed epiche riuscendo ad intessere partiture di estremo pregio ed innegabile eleganza (basate sulle originali idee compositive del leader
Frater D).
"Uprising of the Fallen" è, dunque, un album da non lasciarsi sfuggire se si è amanti del black metal suonato con il cervello e con il cuore (nero) o se si è amanti, anche, di musica sottilmente inquietante che proprio dalla commistione tra intelligenza compositiva e fascino esoterico trae la sua essenza e la sua forza espressiva, prima ancora che dal tremolo picking o dalle mortali accelerazioni in cui si cimentano i Nostri.
Gli
Hetroertzen, dispiace per loro, non sono un nome di spicco della scena black metal, ma la loro musica, ve lo garantisco, vale cento volte di più di qualunque blasone, vero o presunto.
Credetemi e credete nei rituali maledetti di veri e propri sacerdoti dell'occulto.
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