Mute Gods, The - Tardigrades Will Inherit The Earth

Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2017
Durata:52 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. SALTATIO MORTIS
  2. ANIMAL ARMY
  3. WE CAN'T CARRY ON
  4. THE DUMBING OF THE STUPID
  5. EARLY WARNING
  6. TARDIGRADES WILL INHERIT THE EARTH
  7. WINDOW ONTO THE SUN
  8. LAMENT
  9. THE SINGING FISH OF BATTICALOA
  10. THE ANDROMEDA STRAIN
  11. STRANGER THAN FICTION

Line up

  • Nick Beggs: string basses, guitars, Chapman Stick, programming, keyboards, vocals
  • Roger King: keyboards, programming, guitars, backing vocals, production, mastering
  • Marco Minnemann: drums, additional guitars
  • Lula Beggs: backing vocals
  • Lauren King: backing vocals

Voto medio utenti

A solo un anno di distanza dal debutto “Do Nothing Till You Hear From Me”, tornano i The Mute Gods, “super-trio” composto da Nick Beggs (Steven Wilson, Steve Hackett), Roger King (Steve Hackett) e Marco Minnemann (Joe Satriani, The Aristocrats).

Rispetto al sopraccitato album gli elementi di novità abbondano: un sound più ruvido, contaminazioni sinfoniche, echi marcatamente Seventies e inaspettate divagazioni new-wave.

L’iniziale “Saltatio Mortis” è disorientante, un’overture orchestrale dalle sfumature epiche con le chitarre in evidenza che non avrebbe sfigurato in apertura di un disco power/prog metal. “Animal Army” è più vicina al combo che abbiamo imparato ad apprezzare dodici mesi fa, a cavallo tra sonorità marziali e melodie beatlesiane. “We Can’t Carry On” è una traccia semplice, lineare, a tratti alternative, dal break arioso con un Beggs protagonista dietro al microfono. “The Dumbing Of The Stupid” è il primo brano davvero “metal” del lotto, con Minnemann impegnato a picchiare come un fabbro, e contrasta con la successiva “Early Warning”, canzone morbida e sinistra a metà strada tra i Genesis post-Gabriel e i Pink Floyd di “The Wall”. La title-track ci fa fare un tuffo negli anni del synth-pop, mentre “Window Onto The Sun” presenta melodie semplici e orecchiabili incastonate in un arrangiamento ricco ed elaborato. La breve “Lament”, drammatica e romantica, prelude a “The Singing Fish Of Batticaloa”, lungo e solare brano profondamente radicato nei primi Anni Settanta (qui si percepiscono i trascorsi di Beggs e King alla corte di Steve Hackett). Il groove di “The Andromeda Strain” è coinvolgente, grazie a una scrittura accessibile e non troppo cervellotica, e sfocia nella lenta “Stranger Than Fiction” dalle sfumature pop (sulla falsariga di “Father Daughter”, epilogo del primo capitolo del trio).

“Tardigrades Will Inherit The Earth” è un disco profondamente diverso dall’esordio, molto eterogeneo, forse meno organico, ma sicuramente più coraggioso, a dispetto delle tematiche sempre spinose trattate (religione, politica, mass-media, ambiente). Non tutto mi ha entusiasmato (in particolare mi ha sorpreso la “piega sinfonica” dell’opera), ma è fuori discussione che ci troviamo di fronte a un buon lavoro.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.