I Ruins vengono dalla Tasmania e con "Spun Forth as Dark Nets" sono al loro debutto discografico. Il genere proposto è un black metal molto vicino agli Immortal di "Heart of Winter" o "Damned in Black". Dopo il loro triste split, fa abbastanza piacere sentire una band che si ispira alla creatura di Abbath - la voce stessa è molto simile a quella del blackster norvegese - e i Ruins sono anche abbastanza validi. Certo non siamo di fronte alla next sensation o a un capolavoro, però il disco si fa sentire, soprattutto se fra i vostri ascolti principali ci sono i dischi sopraccitati. Le song sono per la maggiore lente ed epiche, ma non disdegnano l'accelerazione come per esempio in "Draw Near the Ice" dove la somiglianza con gli Immortal sfiora il plagio! Da notare inoltre una buona capacità esecutiva e compositiva. Il problema rimane che in un mercato così affollato, sarà difficile che i Ruins emergano con facilità anche se lo meriterebbero più di altri. Se avete qualche euro da spendere e siete tristi dell'abbandono di Abbath e soci, questo disco potrebbe farvi piacere, pur non essendo assolutamente all'altezza di un "Sons of Northern Darkness" (non cito i vecchi lavori come "Battles in the North", perché i Ruins sono accostabili solamente agli ultimi tre lavori del combo norvegese). Se invece non avete soldi in più da spendere, non disperatevi troppo!
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